(3) Il Dao e l’Essere e il Nulla
Ma resta la domanda: che cosa è dunque Dao? Nel libro, l’autore lo descrive attraverso i concetti di essere e nulla:
“Il Non-essere (Nulla) indica l’Inizio del cielo e della terra; l’Essere indica la Madre delle diecimila cose. Così, si sta al Non-essere, si vedrà la Meraviglia (o astrusità) e la profondità del Tao; si sta all’Essere, si vedrà l’immensità del svelamento del Tao”. Questi due, sebbene abbiano un’origine comune sono designati con termini diversi.” (cap. 1)
Qui si mette il Dao in rapporto con Essere e Nulla. Ovviamente, essi sono sullo stesso piano, perché i termini “l’Inizio” e “la Madre” [13], in questo caso, hanno la stessa spiegazione e sono dati a malavoglia solo per aiutarci a comprendere il vero Senso del Tao. Come si dice nello Yi jing: “Una volta Yin e una volta Yang, questo vuol dire Dao”,[14] cosi potremmo dire anche noi: una volta Essere, una volta Nulla, questo vuol dire Dao. Dal punto di vista del Nulla, si potrebbe intuire (Guan观)il Dao in sé (la Misticità del Tao); da quello dell’Essere, si potrebbe per così dire comprendere il meraviglioso svelamento del Dao, cioè il rapporto tra Dao e l’uomo e le diecimila cose. Quindi il Dao ha due aspetti[15]: Nulla e Essere. L’Essere esprime lo Yang (luce o il svelamento del Dao); il Nulla, lo Yin (tenebra o nascondimento o la profondità del Mistero del Dao). Ambedue sono inseparabili aspetti del Dao e costituiscono insieme il profilo totale del Senso del Dao, delineando lo spazio possibile all’interno del quale si potrebbe cogliere la Meraviglia del Dao che è continuamente in movimento vivente e dialettico fra lo Yin e lo Yang, vale a dire fra l’Essere e il Nulla. In questo caso, Essere e Nulla non sono due parole contrarie, ma trovano convergenza in una stessa Origine. Di più “l’Essere e il Nulla si generano l’un l’altro” (cap. 2), hanno cioè un rapporto reciproco in cui il Nulla è come Origine e Abisso misterioso e l’Essere deriva dalla Meraviglia e dal Mistero del Nulla. L’Essere è lo Svelamento del Nulla e che porta gli esseri a ritornare nella meraviglia del Nulla. Ecco la reciprocità fra l’Essere e il Nulla: dal Nulla all’Essere e dall’Essere al Nulla.
Perciò, nel pensiero di Dao de jing, non esiste la differenza assoluta fra il Nulla e l’Essere, ma esiste un rapporto vivo che precede tutte le differenze ed un rapporto reciproco fra Essere e Nulla. Tale rapporto comprende il Tutto nella Coappartenenza dell’Essere e del Nulla. Forse questo è il vero senso della frase: “Questi due, sebbene abbiano un’origine comune, sono designati con diversi termini. Io chiamo tutti e due Mistero, Mistero e ancora più Mistero, la Porta di tutte le meraviglie”, “I diecimila esseri portano lo Yin e abbracciano lo Yang; il Soffio vuoto ne fa un’Armonia” (cap. 1, 42).
(4) La descrizione delle caratteristiche del Dao
Poi l’autore ci mostra la caratteristica di questa Origine, dicendo: “Io li (essere e nulla) chiamo Mistero, Mistero e ancora più Mistero, sono la Porta di tutte le Meraviglie” (cap.1). Perciò l’Essere è misterioso, ed il Nulla è ancora più misterioso; ambedue sono la Porta, attraverso cui si sperimentano tutte le Meraviglie, e si viene introdotti al Mistero meraviglioso del Dao in sé.
In altri parti, l’autore paragona simbolicamente il Dao all’acqua e alla valle e ad altre immagini:
“La bontà suprema è come l’acqua. La bontà dell’acqua consiste nel fatto che essa reca profitto ai diecimila esseri senza lottare. Essa resta nel posto più basso che ogni uomo detesta. Ecco perché è molto vicina al Dao.” (cap. 8)
“Colui che ha coscienza della sua virilità (Yang) e si mantiene femmina (Yin) è come la valle del mondo… colui che conosce il bianco e si mantiene il nero è come il Modello del mondo”; “La Virtù superiore sembra la valle.” (cap. 28, 41)
“Il Dao è qualcosa di assolutamente vago e inafferrabile. Benché inafferrabile e vago, all’interno di esso vi sono delle immagini. Benché impenetrabile e oscuro, all’interno di esso vi sono dei germi. Questi germi sono molto reali; , all’interno di essi risiede l’infallibilità, sicché, dall’antichità fino a oggi, il suo Nome ‘Dao’ non è abolito” (cap. 21).
“Come è ambiguo il grande Dao! esso può andare a sinistra o a destra. I diecimila esseri si affidano a esso per la loro esistenza ed esso non li rifiuta. Quando un risultato è raggiunto, esso non se ne appropria. Esso veste e nutre tutti gli esseri senza presentarsi come loro signore. Esso è Nulla eterno, potrebbe essere nominato il ‘Piccolo’. Tutti gli esseri tornano ad esso senza che esso si presenti come loro signore, potrebbe essere nominato il ‘Grande’” (cap. 34).
Dopo questa breve esposizione, possiamo concludere dicendo che, nel libro di Lao Zi, il Dao ha due aspetti: Essere e Nulla. Fra essi, il Nulla è il più originale e il più fondamentale. Esso non è vuoto, ma pieno di misteri e di meraviglie. Si può dire perciò che “il vero Nulla è l’Essere meraviglioso” (真空妙有[16]). Questo Essere è come l’Origine e la Madre di tutti gli esseri, cioè “rende gli esseri esseri e rende gli dei dei. Genera il cielo e la terra”[17]. Per comprendere il suo tutto, però, lo si deve fare risalire al Nulla, cioè entrare nella sua oscurità e Misticità che non è ancora presente e svelata[18]. Ecco, forse proprio questo vuole esprimere il rapporto dialettico: Nulla-Essere – Yin-Yang. Per comprendere tutto questo è necessario sottolineare sempre le esperienze pratiche, senza le quali la teoria diverrebbe vuota e non-immaginabile, poiché solo le esperienze ci danno la vera sapienza, la sapienza di poter comprendere il vero Senso dell’Essere e del Nulla, e di trasformare di nuovo la teoria in pratica.