Urla in tempesta il mar; lo sferza il vento
E ne solleva l'onde furïose,
Bianche dall'ira, torbide, spumose;
Ed attraverso il ciel per lo spavento
Fuggono turbe di nerastre nubi.
Invan lo sguardo in affannoso intento
Cerca sicuro asilo ove posarsi:
Sol mira l'acqua in turbini levarsi
Su.... su.... poi ruinar, il bastimento
Seco nel furibondo avel traendo!
A destra, a manca, e intorno, intorno, intorno
L'acqua che si dibatte, e s'alza, e piomba,
Che si spalanca in sconfinata tomba,
Che stride ed urla! Intorno, intorno, intorno
L'acqua furente in vortici travolta!
Ritta, co' pugni stretti e il guardo fisso,
Sto sulla poppa, e penso a casa mia.
A te penso! Ed il core in agonia
Dell'amor suo mi scopre il tetro abisso.
In quella vastità piombo e rovino.
O mare, mare! quanto sei piccino!