Le letture e l'esperienza di vita non sono due universi ma uno. Ogni esperienza di
vita per essere interpretata chiama certe letture e si fonde con esse. Che i libri
nascano sempre da altri libri è una verità solo apparentemente in contraddizione con
l'altra: che i libri nascano dalla vita pratica e dai rapporti tra gli uomini. Appena finito
di fare il partigiano trovammo (prima in pezzi sparsi su riviste, poi tutto intero) un
romanzo sulla guerra di Spagna che Hemingway aveva scritto sei o sette anni prima:
Per chi suona la campana. Fu il primo libro in cui ci riconoscemmo; fu di li che
cominciammo a trasformare in motivi narrativi e frasi quello che avevamo visto
sentito e vissuto, il distaccamento di Pablo e di Pilar era il ? nostro ? distaccamento.
(Ora magari quello è il libro di Hemingway che ci piace di meno; anzi, già a quei
tempi, fu scoprendo in altri libri dello scrittore americano - particolarmente nei suoi
primi racconti - la vera tua lezione di stile, che Hemingway divenne il nostro autore).
La letteratura che ci interessava era quella che portava questo senso d'umanità
ribollente e di spietatezza e di natura: anche i russi del tempo della Guerra civile -
cioè di prima che la letteratura sovietica diventasse castigata e oleografica - li
sentivamo come nostri contemporanei. Soprattutto Babel, del quale conoscevamo
L'armata a cavallo, tradotto in Italia già prima della guerra, uno dei libri esemplari del
realismo del nostro secolo, nato dal rapporto tra l'intellettuale e la violenza
rivoluzionaria.