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CAPITOLO 13- Arriva Hercule Poirot(4)
日期:2023-11-24 09:37  点击:319
«Lo credo molto, molto difficile» disse poi il professor Leidner con riluttanza. «Non vedo come sarebbe potuto rimanere nascosto... E voi, Padre Lavigny?»
«No, non lo credo possibile.»
Ambedue sembravano dispiaciuti di dover fare tale affermazione.
Poirot si volse alla signorina Johnson.
«E voi, mademoiselle? Credete ammissibile una simile ipotesi?» Dopo un momento di riflessione la signorina Johnson scosse il capo.
«No» disse. «Non lo credo. Dove avrebbe potuto nascondersi? Tutte le camere da letto sono occupate e, comunque, scarsamente ammobiliate. La camera oscura, la sala da disegno, il laboratorio sono stati tutti usati il giorno seguente. Non vi sono armadi o cassoni. Forse, con la complicità dei servi...»
«Possibile, ma difficilissimo» fece Poirot. Poi si rivolse ancora a Padre Lavigny: «C'è un'altra cosa. La signorina Leatheran ha notato che l'altro giorno voi parlavate con un estraneo. Lo stesso uomo era stato veduto dalla signorina in atto di spiare a una delle finestre esterne... Pare, dunque, che lui stesse sorvegliando di proposito i luoghi.»
«Questo è certamente possibile» disse Padre Lavigny, pensieroso.
«Siete stato voi il primo a rivolgere la parola a quell'uomo, o è stato invece lui che vi ha parlato?»
Dopo aver riflettuto, Padre Lavigny rispose:
«Credo... sì, son certo che è stato lui a parlare per primo.»
«E che cosa ha detto?»
Padre Lavigny fece uno sforzo di memoria.
«Mi ha domandato, credo, se questa fosse la casa della spedizione americana, poi ha fatto qualche altra osservazione sul numero degli operai che lavorano per gli americani. Non riuscivo a comprenderlo molto bene, ma cercavo di imbastire una conversazione per fare un po' d'esercizio di arabo... Pensavo che, essendo un cittadino mi avrebbe capito meglio della gente che lavora agli scavi.»
«Avete parlato di qualcos'altro?»
«Per quanto ricordo ho detto che Hassanié era una grande città, poi siamo convenuti che Bagdad era ancora più grande. Salvo errori, mi ha chiesto anche se io fossi un armeno o un siriano cattolico... qualcosa del genere, insomma.»
Poirot fece un cenno di assenso.
«Potreste descrivermi quell'uomo?» chiese poi.
Di nuovo Padre Lavigny aggrottò le sopracciglia nello sforzo di ricordarsi.
«Era piuttosto piccolo» disse infine «e tozzo. Biondo di capelli e con un occhio strabico.»
Poirot si girò verso di me.
«Questa descrizione concorda con quella che potreste farne voi, signorina?»
«Non precisamente» dissi esitando. «A me era sembrato piuttosto alto e bruno. Mi è sembrato anche snello e non ho osservato alcuno strabismo.» Il signor Poirot scrollò le spalle con fare scoraggiato. 
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