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CAPITOLO XX - La signorina Johnson, 1a signora Mercado e il signor Reiter(6)
日期:2024-01-19 16:43  点击:220
Quand'ebbe finito, il signor Poirot gli rivolse alcune domande riguardo al suo lavoro, il signor Reiter gli rispose senza indugi, lieto in apparenza di quell'interesse. Stava per andarsene, quando Poirot gli tenne il discorsetto già fatto alla signorina Johnson e a Marie Mercado. Non che dicesse sempre le stesse parole, le variava anzi per adattarle al carattere delle singole persone, ma non val certo la pena che io ripeta qui tutte le varianti, poiché la conclusione era sempre la stessa.
«Già, capisco quel che volete dire» fece il signor Reiter «ma non credo di potervi esser di molto aiuto. È il primo anno che vengo qui, e non ho avuto molte occasioni di parlare con la signora Leidner.»
«Potrete dirmi almeno se vi fosse simpatica o antipatica» osservò Poirot con un sorriso.
Il signor Reiter arrossì e balbettò:
«Era una signora molto... molto attraente. E intellettuale. Aveva una grande intelligenza, sì.»
«Bien! Dunque vi era simpatica! E la signora, a sua volta, aveva simpatia per voi?»
Il signor Reiter si fece ancor più rosso.
«Oh, credo che non mi notasse molto. Ho avuto qualche infortunio nei suoi riguardi. Già, non mi andava mai bene quando volevo far qualcosa per lei, e credo che la mia sbadataggine la irritasse. Ma non era intenzionale. Da parte mia, avrei fatto qualsiasi cosa...»
Parlava con una leggera durezza, e con un'ombra di accento americano.
Poirot si impietosì del suo imbarazzo.
«Bene, bene, passiamo ad altro. C'era un'atmosfera felice, in casa?»
«Come?»
«Voglio dire, stavate bene, tutti insieme? Parlavate, ridevate?»
«No... non si può dire. C'era un po' di freddezza.» Tacque, come lottando contro se stesso, poi continuò: «Io, vedete, non sono un tipo di compagnia. Sono impacciato, timido. Il professor Leidner è sempre stato la bontà in persona nei miei riguardi, ma io... è stupido, lo so, io non riuscivo egualmente a vincere la mia timidezza. Così, dico sempre le cose che non van dette, rovescio le tazze... insomma, è un guaio.»
Aveva veramente l' aspetto di un ragazzone imbarazzato.
«Tutti facciamo COSI, quando siamo molto giovani» disse Poirot sorridendo. «La prosopopea, il savoirfaire vengono con gli anni.»
Poi, con una parola di saluto, ce ne andammo.
«Ma sœur» disse Poirot «quel giovanotto, o è un tipo straordinariamente semplice, o è uno straordinario attore.»
Non risposi. Ancora una volta ero sopraffatta dal pensiero, fantastico addirittura, che una di quelle persone fosse un pericoloso delinquente! Sotto quel bel sole mattutino, la cosa mi sembrava inverosimile. 
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