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CAPITOLO XXIII - Mi comporto in modo strano(2)
日期:2024-02-23 13:20  点击:306
«Non che succeda sempre così» risposi. «Ma certo esistono tipi di donne sospettose che si sfogano in tal modo.»
«Voi state pensando alla signora Mercado, vero?» chiese il professore. Poi scosse il capo. «No, anche se fosse stata così maligna da desiderar di turbare Louise, non poteva sapere quel che era necessario sapere.»
Pensai che la signora Leidner poteva benissimo, un giorno, aver lasciato aperto il piccolo scrigno, offrendo così alla signora Mercado la possibilità di mettersi al corrente. Ma gli uomini non tengono mai conto delle più semplici possibilità.
«E all'infuori della signora Mercado» dissi, osservandolo «non c'è altra donna che la signorina Johnson.»
«E pensare a lei per una cosa simile sarebbe semplicemente ridicolo!»
Il sorrisetto con cui il professore disse queste parole era conclusivo. No, l'idea che la signorina Johnson fosse l'autrice delle lettere non gli era neppur balenata alla mente. Rimasi un attimo esitante, ma non dissi nulla. Una donna non tradisce volentieri un'altra donna, e poi io ero stata testimone del rimorso della signorina Johnson. Quel che era stato era stato. Perché esporre il professor Leidner, già così addolorato, a una nuova delusione?
Fu deciso che mi sarei fermata fino al giorno seguente. Col dottor Reilly, poi, mi ero accordata per poter trascorrere all 'ospedale i pochi giorni necessari ai preparativi per il mio ritorno in Inghilterra.
Il professore fu tanto gentile da dirmi che desiderava che scegliessi un ricordo fra gli oggetti di sua moglie.
«Oh no, professore» protestai. «Questo è troppo, troppo.»
«No, no. Desidero che abbiate un ricordo di mia moglie. E sono certo che Louise pure lo avrebbe desiderato.»
Propose che mi prendessi il servizio da toeletta in tartaruga.
«Oh, professore» esclamai. «E una cosa di troppo valore. Davvero non posso accettare.»
«Louise non aveva sorelle, nessuno che possa desiderare quegli oggetti.»
Comprendevo benissimo come non volesse affidarli alle avide manine della signora Mercado, e, d'altra parte, non potesse offrirli alla signorina Johnson.
Il professore proseguì con la sua voce pacata:
«Pensateci. Ad ogni modo questa è la chiave del cofanetto dove Louise teneva i gioielli; può darsi che vi sia qualcosa che vi piaccia di più. Vorrei anche che voi riuniste tutti gli abiti di Louise e ne faceste dei pacchi. Forse il dottor Reilly avrà modo di distribuirli fra le famiglie cristiane bisognose di Hassanié.»
Acconsentii subito e mi posi senz'altro all'opera.
La signora Leidner aveva con sé un corredo semplicissimo, che in un batter d'occhio fu raccolto e chiuso in due valigie. Il cofanetto dei gioielli conteneva poche e semplici cose: un anello con una perla, una spilla di brillanti, alcuni spilloni d'oro sul tipo delle spille di sicurezza e una grossa collana d' ambra.
Non potevo prendere naturalmente la perla o i brillanti, ma esitai un po' fra la collana e il servizio da toeletta. Alla fine decisi di prendere quest'ultimo; l'avrei accettato con la stessa spontaneità con la quale era stato offerto. Dopo tutto avevo voluto bene alla signora Leidner. 
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