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CAPITOLO XXVI - La prossima volta tocca a me-2
日期:2024-02-23 13:44  点击:270
Poirot si limitò a dire:
«Un occhio strabico può essere utilissimo.»
«Be', guercio, losco, o sano darei qualsiasi cosa per sapere dove si trova quell 'accidente.»
«A occhio e croce» disse Poirot «dovrebbe aver già varcato la frontiera della Siria.»
«Noi abbiamo già messo sull'avviso Tell Kotchek e Abu Kemal... tutti i posti di frontiera, insomma.»
«Secondo me, dovrebbe aver preso la via delle colline. Quella seguita solitamente dai contrabbandieri.»
Il capitano brontolò.
«Allora avremmo fatto meglio a telegrafare a Deir ez Zor?»
«L'ho fatto io ieri, avvertendo che tenessero d'occhio una macchina con due passeggeri i cui passaporti sarebbero stati in perfetta regola.»
Il capitano Maitland lo guardò con gli occhi spalancati «Voi lo avete fatto? E... due uomini?»
«Sì. Ci sono due uomini implicati in questo affare.»
«1--10 idea, signor Poirot, che voi ci abbiate tenuto nascoste molte vostre scoperte.»
«No. No, davvero. La verità mi è balenata alla mente solo questa mattina mentre guardavo il sorgere del sole. Un'alba magnifica.»
Credo che nessuno di noi avesse notato la presenza della signora Mercado nella stanza. Lei doveva esser scivolata dentro mentre eravamo tutti colpiti dalla vista di quell'orrenda pietra insanguinata.
Ma ora, senza alcun preavviso, lei si mise a strillare come un maialetto sgozzato.
«Oh, Dio! Capisco tutto! Capisco tutto, adesso. E stato Padre Lavigny. E un pazzo... un maniaco religioso. Crede che tutte le donne siano peccatrici e le vuole uccidere. Prima la signora Leidner, poi la signorina Johnson... e adesso toccherà a me.»
Traversò di corsa la camera e andò ad aggrapparsi al braccio del dottor Reilly.
«Non voglio più rimanere qui! Non voglio! Ho paura! L'assassino si nasconde in qualche luogo, aspettando il momento. Mi salterà addosso.» Aprì la bocca e ricominciò a strillare.
Accorsi in fretta presso Reilly che l'aveva afferrata per i polsi e la schiaffeggiai con forza; poi con l'aiuto del dottore la feci sedere in una poltrona.
«Nessuno vi farà del male!» le dissi. «State tranquilla e cercate di dominarvi.»
Lei non strillava più. Mi guardava con occhi sbarrati e privi di espressione.
A questo punto ci fu un'altra interruzione. La porta si aprì ed entrò Sheila Reilly, pallidissima. Andò diretta da Poirot.
«Signor Poirot, mi trovavo alla posta questa mattina» gli disse «quando è arrivato un telegramma per voi. Ho creduto opportuno portarvelo.»
«Grazie, mademoiselle.» 
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