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XLV. IL POTERE
日期:2024-06-26 16:55  点击:314
Un leone africano fu mandato in regalo a un re europeo: e questo re lo fece mettere in un bel gabbione, nel mezzo del suo parco.
 
Ogni giorno, tra un sonno e l'altro, il povero ex re delle bestie sentiva parlare di questo potentissimo re degli uomini; onde si moriva dalla voglia di vederlo.
 
Finalmente, una mattina, venne davanti alla sua gabbia un ometto più piccolo dei guardiani, con le mani in tasca, il quale, come fu vicino, gli disse in tono scherzevole: — Buon giorno collega!...
 
Il leone a queste parole, si levò di scatto, irta la criniera, e stette guardando, soffiando, e sbattendo la coda, finchè quell'ometto non se ne fu andato per i fatti suoi.
 
Allora il leone si calmò e chiese al suo guardiano: Quello è il vostro re?
 
— Sì — rispose il guardiano.
 
— Chi sa che unghie deve avere?!...
 
— No.... le ha più corte di me!
 
— E allora come mai lo ubbidite?...
 
— Lo ubbidiamo perchè c'è la legge che vuole così.
 
— Ma, senza unghie e senza denti, quando vuol mangiarvi, come fa?...
 
— Ma che mangiarci!... — disse il guardiano sghignazzando — starebbe fresco!... c'è la legge anche per lui!
 
Il leone non parlò più.
 
Solo ogni volta che quel re con le mani in tasca gli veniva davanti, a mala pena socchiudeva le palpebre, per guardarlo con una infinita compassione. 
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