—È qui abbasso che ti aspetta,—gli disse il fratello,—l'ho pregata di pranzare con noi.
—Ah! eccola anzi che ci viene incontro,—disse il ministro, correndo verso l'Annina che saliva le scale, e che, sorpresa all'improvviso, divenne rossa come una bragia.
Il fratello fu pronto a dargli una tirata ai lembi del vestito, dicendogli all'orecchio:
—T'inganni... questa è sua figlia.
Il ministro si accorse subito dell'errore, e seppe dissimularlo colla prontezza abituale degli alti magistrati quando s'avvedono d'aver detto una corbelleria. La prese per le mani, la contemplò con emozione dicendo:
—Tal quale sua madre... alla sua età....
Sbalordito al risvegliarsi di tante memorie, assorto nella contemplazione d'una natura sempre fresca di perenne giovinezza, vedendo che fuori dalla finestra, i monti, le colline, il bosco, le case, l'aria, la luce, tutto era al suo posto, tutto conservava l'antico carattere, egli si era dimenticato per un[Page 90] istante che gli uomini e le donne non hanno la stessa fortuna, ed alla apparizione della fanciulla gli parve di vedere la sua Matilde, quando aveva diciott'anni. Scese le scale, la vide finalmente, e gli parve che, quantunque ancora bella, non fosse più dessa. Con isquisita galanteria seppe dissimulare la sua impressione, le prese la mano affettuosamente, gliela tenne stretta a lungo, e guardandola teneramente le andava ripetendo:—Vi ricordate? vi ricordate? Oh i begli anni che non tornano più!—e si passava la mano sulla fronte, e sul capo divenuto calvo e brizzolato di capelli bianchi. Gli anni erano passati anche per lui!... e le rughe del volto gli marcavano le passioni e le lotte del tempo.
La mensa, composta di pochi amici, fu lieta, espansiva, cordiale. Si parlò dapprima del passato, dei compagni dell'infanzia, poi si passò a ragionare degli avvenimenti politici, delle fortune d'Italia e della grandezza di Roma, e tutti invidiavano la sorte di Sandrino che coll'influenza dello zio avrebbe preso un bel posto nella vita pubblica. A tali discorsi Annina abbassava gli occhi, e soffocava i sospiri.
Il ministro colla sua abitudine d'osservazione sorprese più volte lo scambio degli sguardi fra Sandrino e l'Annina, e non tardò molto a penetrare il mistero del loro amore.
Alla sera fu illuminato il villaggio, e vennero slanciati dei fuochi d'artificio, che a giudizio dei più vecchi non s'erano mai veduti.
Finalmente, prima d'andare a letto, il ministro disse al fratello:
—Domani parleremo dell'avvenire di Sandrino: sono deciso di condurlo a Roma, ma prima voglio intendermela[6] con lui. Domattina lo chiamerò per tempo nella mia stanza, voglio dargli una buona lezione! La nostra gioventù perde la bussola, io lo metterò sulla buona strada. Intanto felice notte.
I circostanti risposero:—Felice notte, buon riposo,—e se[Page 91] ne andarono a letto, tutti contenti e pieni di speranze per l'avvenire... meno l'Annina.