All'indomani per tempo, il ministro, come aveva promesso, fece chiamare Sandrino, e, fattoselo sedere dirimpetto, gli disse:
—Dimmi francamente, vieni a Roma volontieri?
—Io, sì, s'immagini!—rispose freddamente il giovane.
—E che cosa vuoi fare a Roma?—soggiunse lo zio.—Credi forse di venir a fumare il sigaro tutto il giorno pel corso,[7] di fare all'amore con tutte le belle, e di giuocare al bigliardo?
—Nemmeno per sogno,—saltò su a dire il ragazzo;—vengo per lavorare sul serio, per farmi una posizione!
—Una posizione! ma che posizione vuoi farti? Tu non vuoi certamente che ti dia un incarico che non meriti, tu non pretendi che io metta alla porta uno de' miei impiegati per farti sedere al suo posto. Tu devi ben sapere che queste cose non si fanno, nè si possono fare checchè ne dicano i giornali d'opposizione. Ove diavolo[8] intendi dunque di andarti a nicchiare?
—Ma!—rispose l'altro, restando colla bocca aperta, e guardando il soffitto.
Suo zio lo esaminava attentamente, poi continuò:
—Facciamo una supposizione: supponi di entrare in un ministero come applicato di terza classe, a che cosa speri di pervenire?
—Che so io!... non me ne intendo.
—Te lo dirò apertamente. In capo a vent'anni di lavori forzati tu non guadagnerai tanto da mantenere la famiglia. Avrai passato i più begli anni della vita nell'aria viziata d'una camera, seduto ad ore fisse sopra un duro sedile, sotto la sorveglianza di un usciere. Oh, la bella vita![Page 92]
—E il babbo che s'immagina che con la vostra influenza io possa correre una brillante carriera....
—Ebbene, egli ha torto; ma supponiamo per un momento che egli abbia ragione, supponiamo pure che tu sia un ingegno superiore, di quelli che si fanno largo dappertutto; che s'impongono al governo con un'attitudine rara, con servigi esuberanti; supponiamo che la fortuna ti sorrida, e che tu possa diventare Prefetto di Napoli, Senatore e Ministro! Ebbene, sei contento? spero che non vorrai ambire un posto più alto! ebbene, mio caro amico, io ti compiango in anticipazione, perchè tu sarai sempre infelice!
"Ascoltami giovinotto, la vita pubblica è un aspro cammino, pieno di rovi e di sterpi, è una lotta continua che consuma le forze, inaridisce il cuore, distrugge le intime affezioni, condanna all'adulazione degli ingrati, e ci procura l'odio e le maledizioni degli ambiziosi delusi, degli avari disingannati, degl'imbroglioni smascherati ed offesi. Bisogna camminare ogni giorno faticosamente nel fango delle umane passioni, e calpestare dei serpenti!