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意大利语初学:LA MIA PADRONA DI CASA.-3
日期:2024-11-22 14:15  点击:294
La notte, mentre lavoravo a tavolino, a una cert'ora sentivo picchiare nel muro e poi una voce insonnita che diceva:
 
—Non lavori più, figliuolo; s'abbia riguardo agli occhi.
 
Ed io:—Ancora una pagina.
 
—Nemmeno una pagina. Si ricordi del proverbio: È meglio un... cavallino vivo che un dottore morto.
 
Passava un altro quarto d'ora e lei daccapo:
 
—A letto, a letto, figliuolo.
 
—Padrona,—domandavo io,—com'è quel proverbio di Berto, che m'ha detto stamani? Ne ho bisogno per scriverlo.
 
—Berto,—rispondeva,—che dava a mangiare le pesche per vendere i noccioli. Vada a letto.
 
—Ancora una cosa. Come si chiama il bastone d'Arlecchino?
 
—Non mi cava più una parola, nemmeno se mi fa regina di Spagna.
 
E non diceva più una parola davvero e io andavo a dormire.
 
La mattina per tempo, appena svegliato, risentivo la sua voce:—Su, su! È un sereno che smaglia. Vada a fare un giro alle Cascine![6]
 
Una sera tornai a casa pieno di malinconia e mi buttai sul sofà senza dire una parola. Essa mi venne accanto. Duravo[Page 99] fatica a trattenere le lagrime. Mi domandò che cos'avessi. Non volevo rispondere. Insistette, e allora le apersi il mio cuore come a un amico.
 
—Ho avuto un dispiacere,—le dissi.—Ho saputo che l'altro giorno, in una casa, hanno detto che i miei scritti sono noiosi e che non farò mai nulla di buono. Io ne sono persuaso e non ho più voglia di studiare. Voglio buttar nel fuoco tutti i miei libri e tornare a fare il soldato. Sono triste, scoraggito e annoiato della vita. Non m'importerebbe nulla di morire.
 
La buona donna si sforzò di ridere; ma era intenerita. Cercò di consolarmi e di rimettermi di buon umore; chiamò a raccolta tutti i suoi frizzi, le sue frasi e i suoi proverbi; mi assicurò che i miei libri erano pieni di bei concetti e che avrebbe voluto saperli scrivere lei; mi promise che sarei riuscito un bravissimo scienziato a dispetto dei maligni; mi disse che avrebbe voluto trovarsi faccia a faccia con chi aveva sparlato di me, per fargli una risciaquata che non trovasse più la via di tornarsene a casa; mi fece bere un dito di vin Santo, mi diede del ragazzo, mi picchiò sotto il mento e gridò:—Su la testa!—Infine mi lasciò rasserenato, dicendo che se le facevo un'altra volta una di quelle scene, il pezzo più grosso che sarebbe rimasto di me, aveva da essere un orecchio, com'è vero che c'è tanto di Biancone in piazza della Signoria.[7] 
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