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La valle iscura.
Andando piú ina(n)zi per tramontana, sí trovamo una contrada ch'è chiamata Iscurità. E certo ella sí à lo nome
bene a ragione, ch'ella si è sempre mai iscura: qui si non apare mai sole né luna né stella; sempre mai v'è notte. La gente
che v'è vi vive come bestie. E' non ànno segnore, se non che li Tartari sí vi mandano talvolta com'io vi dirò: che li
uomini che vi vanno si tolgono giomente ch'abbiano poledri dietro, e lasciano li poledri di fuori da la scurità, e poscia si
vanno rubando ciò ch'e' possono trovare; e poscia le giomente si ritornano a' loro poledri di fuori da la scurità. Ed in
questo modo riede la gente che vi si mette ad andare.
Questa gente si ànno molte pelli di quelle care ed altre cose assai, perciò ch'egli sono maravigliosi cacciatore,
ed amassano molte di quelle care pegli ch'avemo contato di sopra. La gente che vi dimora ad abitare sono gente pallida
e di male colore.
Partimoci di qui, ed andamo a la [provincia] di Rossia.