Il compagno del duca ciò veggendo esser fatto, presta-
mente un capestro da lui per ciò portato, faccendo vista
di fare carezze a Ciuriaci, gli gittò alla gola, e tirò sì che
Ciuriaci niuno romore potè fare; e sopraggiuntovi il
duca, lui strangolarono, e dove il prenze gittato avea il
gittarono. E questo fatto, manifestamente conoscendo sé
non esser stati né dalla donna né da altrui sentiti, prese il
duca un lume in mano, e quello portò sopra il letto, e
chetamente tutta la donna, la quale fisamente dormiva,
scoperse; e riguardandola tutta, la lodò sommamente, e
se vestita gli era piaciuta, oltre ad ogni comparazione
ignuda gli piacque. Per che, di più caldo disio accesosi,
non spaventato dal ricente peccato da lui commesso,
con le mani ancor sanguinose, allato le si coricò e con
lei, tutta sonnocchiosa e credente che il prenze fosse, si
giacque.