Dopo la qual cena, fatti venir gli strumenti, comandò la
reina che una danza fosse presa, e quella menando la
Lauretta, Emilia cantasse una canzone, dal leuto di Dio-
neo aiutata. Per lo qual comandamento Lauretta presta-
mente prese una danza, e quella menò, cantando Emilia
la seguente canzone amorosamente:
Io son sì vaga della mia bellezza,
che d'altro amor giammai
non curerò, né credo aver vaghezza.
Io veggio in quella, ogn'ora ch'io mi specchio,
quel ben che fa contento lo 'ntelletto,
né accidente nuovo o pensier vecchio
mi può privar di si caro diletto.