e mi misi seduto nella garetta, col
ferro del freno tra le gambe, e le braccia
appoggiate sul manubrio del
freno.
Di lì a poco il treno partì e io sentii
arrivarmi fin dentro il cervello il fischio
della macchina la cui groppa
nera io
vedevo, di lassù, distendersi alla
testa di tutti i vagoni che si trascinava
dietro, tanto più che il
vetro del finestrino della
garetta da quella parte era stato rotto,