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La vera sposa 真新娘

时间:2023-07-26来源:互联网  进入意大利语论坛
核心提示:C'era una volta una fanciulla, che era giovane e bella; ma presto le era morta la madre, e la matrigna la tormentava in
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C'era una volta una fanciulla, che era giovane e bella; ma presto le era morta la madre, e la matrigna la tormentava in tutti i modi. Quando le si ordinava un lavoro, per quanto fosse pesante, la ragazza ci si applicava di buona volontà e faceva tutto quel che poteva. Ma pure non riusciva a toccar il cuore di quelli perfida donna, sempre scontenta e incontentabile. Quanto più grande era il suo impegno, tanto più lavoro le veniva imposto: e la matrigna non aveva altro in mente che di addossarle un peso sempre più grave, così da renderle la vita impossibile.
 
Un giorno le disse: "Qui hai dodici libbre di piume; devi ripulirle e, se non finisci entro stasera, ti aspetta un carico di busse. Credi forse di poter poltrire tutto il giorno?" La povera fanciulla sedette e si mise al lavoro, ma intanto le lacrime le correvan giù per le guance; perché vedeva bene che era impossibile finire in un giorno. Quando aveva dinanzi un mucchietto di piume, e sospirava o si torceva le mani dall'angoscia, le piume si disperdevano ed ella doveva raccoglierle e ricominciar da capo. Finalmente appoggiò i gomiti sulla tavola, e così viso fra le mani gridò: "Non c'è dunque nessuno al mondo, che abbia pietà di me?" Ed ecco, udì una voce soave che diceva: "Consolati, bimba mia, sono venuta ad aiutarti." La fanciulla alzò gli occhi: accanto a lei c'era una vecchia, che la prese amorevolmente per mano e disse: "Confidami la tua angoscia." Parlava così affettuosamente che la fanciulla le narrò la sua triste vita, e che le gettavano addosso un peso dopo l'altro, e che non poteva finire i lavori che le davano. "Se non finisco di pulire queste piume entro stasera, la matrigna mi picchia; me l'ha promesso, e so che tiene la parola." Le sue lacrime ripresero a scorrere, ma la buona vecchia le disse: "Stà tranquilla, bimba mia, riposati; e io intanto farò il tuo lavoro." La fanciulla si sdraiò sul suo letto e non tardò a prender sonno. La vecchia sedette alla tavola davanti alle piume; oh, come si staccano dalle nervature, che essa toccava appena con le sue mani scarne! Le dodici libbre furon presto finite! Quando la fanciulla si svegliò, ecco ammassati dei grandi mucchi bianchi come la neve, e la camera era tutta linda e ordinata; ma la vecchia era scomparsa. La fanciulla ringraziò Dio e restò là tranquilla fino a sera. Allora entrò la matrigna e si meravigliò che avesse finito il lavoro: "Vedi, ragazzaccia," disse, "quel che si può fare, a metterci impegno? Non avresti potuto fare qualcos'altro? Ma tu stai lì seduta con le mani in mano!" Uscendo disse: "Quella creatura la sa lunga, devo darle un lavoro più difficile."
 
Il mattino dopo, chiamò la fanciulla e le disse: "Qui c'è un cucchiaio; prendilo, e vuota il grande stagno che è accanto al giardino. Se stasera non ne sei venuta a capo, sai quel che succede." La fanciulla prese il cucchiaio e vide che c'era un forel-lino; e se anche non ci fosse stato, non avrebbe mai potuto vuotar lo stagno. Si mise subito al lavoro, s'inginocchiò in riva all'acqua, dove cadevan le sue lacrime, e cominciò il lavoro. Ma comparve di nuovo la buona vecchia, e quando seppe la ragione del suo pianto, le disse: "Sta' tranquilla, bimba mia, và nel boschetto e mettiti a dormire; farò io il tuo lavoro." Quando la vecchia fu sola, bastò che toccasse lo stagno: l'acqua si faceva vapore e saliva su in alto e si mescolava alle nubi. Lo stagno si vuotò a poco a poco; e prima del tramonto, quando la fanciulla si svegliò e andò sulla riva, vide soltanto i pesci dibattersi nella melma. Andò dalla matrigna e le annunziò che il lavoro era compiuto. "Avrebbe dovuto esser finito da un pezzo!," disse quella; e impallidì di stizza, ma meditò qualcosa di nuovo. La terza mattina disse alla fanciulla: "Devi costruirmi un bel castello, là, nella pianura, e dovrà esser pronto per stasera." La fanciulla si spaventò e disse: "Ma come potrei fare un così gran lavoro?" - "Non tollero che mi si contraddica!," gridò la matrigna. "Se puoi vuotare uno stagno con un cucchiaio bucato, puoi anche costruire un castello. Voglio andarci ad abitare oggi stesso; e, se ci manca solo qualche cosa in cucina o in cantina, sai quel che t'aspetta." Cacciò via la fanciulla, che andò nella valle: là c'erano dei massi accatastati gli uni sugli altri; pur mettendoci tutta la sua forza, ella non poteva neanche smuovere i più piccoli. Si mise a sedere e pianse, ma sperava nell'aiuto della buona vecchia. E infatti questa non si fece aspettare; comparve e la confortò: "Sdraiati all'ombra e dormi! intanto il castello lo farò io. Se ti piace, potrai abitarci tu." Quando la fanciulla se ne fu andata, la vecchia toccò i massi grigi. Subito questi si mossero, si congiunsero, ed eccoli ritti come una muraglia costruita dai giganti; poi prese a innalzarsi l'edificio, e parve che innumerevoli mani lavorassero invisibili e mettessero pietra su pietra. Il suolo rimbombava, s'elevavano grandi colonne, ponendosi ordinatamente l'una presso l'altra. Sul tetto si disposero le tegole, e quando fu mezzogiorno la grande banderuola girava già in cima alla torre, come una fanciulla d'oro con un drappo svolazzante. L'interno del castello fu compiuto prima di notte. Come avesse fatto la vecchia non lo so: ma le pareti delle stanze erano tappezzate di seta e di velluto, accanto a tavole di marmo c'eran sedie dai ricami variopinti e poltrone riccamente ornate; lampadari di cristallo pendevano dal soffitto e si specchiavano nel pavimento lucido; in gabbie d'oro erano rinchiusi pappagalli verdi e uccelli rari, che cantavano soavemente: c'era dappertutto tanto sfarzo, che pareva dovesse venirci ad abitare un re. Il sole stava per tramontare, quando la fanciulla si svegliò; e dinanzi a lei sfolgorò lo splendore di mille luci. A passi di corsa arrivò al castello e vi entrò per il portone spalancato. La scalinata era coperta di panno rosso e la balaustra d'oro era adorna di piante in fiore. Quando la fanciulla vide il lusso delle stanze, si fermò come impietrita. E lì sarebbe rimasta chissà quanto, se non si fosse ricordata della matrigna. ' Ah ', pensò, ' se finalmente fosse contenta e non mi tormentasse più! ' Andò e le annunziò che il castello era finito. "Voglio andarci ad abitare subito!," disse la matrigna, e si alzò dalla seggiola. Quando entrò nel castello. dovette proteggersi gli occhi con la mano, tanto quello splendore l'abbagliava. "Vedi," disse alla fanciulla, "che cosa da nulla è st ata! Avrei dovuto darti un compito più difficile." Attraversò tutte le stanze, e dappertutto andò a cacciare il naso, se mai mancasse qualcosa o ci fosse qualche difetto, ma non riuscì a scoprir nulla. "Adesso scendiamo!," disse, e guardò la fanciulla con occhi maligni. "Devo ancor visitar la cucina e la cantina, e se hai dimenticato qualcosa, non potrai sfuggire al tuo castigo." Ma il fuoco ardeva sul focolare, nelle pentole cuocevan le vivande, e là appoggiato c'eran le molle e la paletta, e alle pareti brillava il vasellame d'ottone. Non mancava nulla, neppure la cassetta del carbone e la secchia per l'acqua. "Dov'è che si scende in cantina?, gridò la matrigna: "Se non è ben fornita di botti piene di vino, guai a te!" Sollevò lei stessa la ribalta e scese la scala; ma aveva appena fatto due passi che il pesante sportello, malamente appoggiato, ricadde. La fanciulla udì un grido, aprì in fretta la botola per venirle in aiuto, ma la matrigna era precipitata, ed ella la trovò che giaceva morta al suolo.
 
Ora lo splendido castello apparteneva soltanto alla fanciulla. Nei primi tempi, ella non sapeva abituarsi alla sua fortuna: belle vesti erano appese negli armadi, i forzieri erano pieni d'oro e d'argento o di perle e di pietre preziose, e per lei non c'era desiderio che non potesse soddisfare. Ben presto si sparse per tutto il mondo la fama della sua bellezza e della sua ricchezza: pretendenti ne venivan tutti i giorni, ma nessuno le piaceva. Alla fine si presentò anche il figlio di un re, che seppe toccarle il cuore, e si fidanzarono. Nel giardino del castello c'era un verde tiglio; e un giorno, che sedevano là sotto, e parlavano fra loro in confidenza, egli le disse: "Voglio andar a casa, a chiedere il consenso di mio padre per le nostre nozze; ti prego, aspettami qui, sotto questo tiglio: fra poche ore sarò di ritorno." La fanciulla lo baciò sulla guancia sinistra e disse: "Restami fedele, e non lasciarti baciare da nessun'altra su questa guancia. Qui, sotto il tiglio, aspetterò il tuo ritorno." E sotto il tiglio restò seduta fino al tramonto ma egli non tornò. Là stette per tre giorni ad aspettarlo, dal mattino fino a sera, ma invano. Il quarto giorno, poiché non era ancora tornato, ella disse: "Certo gli è successo una disgrazia, andrò a cercarlo e non tornerò prima di averlo trovato." Fece un involto di tre dei suoi più bei vestiti, uno trapunto di stelle scintillanti, l'altro di lune d'argento, il terzo di soli d'oro; legò nel fazzoletto una manciata di pietre preziose e si mise in cammino. Domandava dappertutto del suo sposo, ma nessuno l'aveva visto, nessuno ne sapeva nulla. Girò il mondo per lungo e per largo, ma non lo trovò. Alla fine andò a far la pastora da un contadino e seppellì i suoi vestiti e le gemme sotto una pietra. E così viveva da pastora, custodiva il gregge ed era triste e si struggeva di rimpianto per il suo diletto. Aveva un vitellino; l'addomesticò gli dava da mangiare nella sua mano e gli diceva:
"Vitellino vitellino, in ginocchio posa,
non scordare la tua pastora
come il principe scordò la sposa
che sotto il tiglio
attendeva allora."
Il vitellino s'inginocchiava ed ella lo accarezzava. Aveva passato un paio d'anni afflitta e sola, quando per il paese si sparse la voce che la figlia del re stava per sposarsi. La strada della città costeggiava il villaggio dove abitava la fanciulla, e avvenne che lo sposo passò di là mentre ella menava al pascolo il suo gregge. Egli passò alteramente sul suo cavallo e non la guardò, ma fu lei a guardarlo e riconobbe il suo diletto. Fu come se un coltello tagliente le trafiggesse il cuore. "Ah," disse, "credevo che mi fosse rimasto fedele e invece mi ha dimenticata!" Il giorno dopo egli tornò a passare. Quando le fu accanto, ella disse al suo vitellino:
"Vitellino vitellino, in ginocchio posa,
non scordare la tua pastora
come il principe scordò la sposa
che sotto il tiglio
attendeva allora."
Udendo quella voce, egli abbassò gli occhi e arrestò il cavallo. Guardò in viso la pastora e con la mano si coperse gli occhi come se volesse ricordare qualcosa; ma poi proseguì in fretta e non tardò a scomparire. "Ah!," diss'ella, "non mi conosce più!" e il suo dolore era sempre più grande. Poco dopo alla corte del re si doveva celebrare una gran festa che sarebbe durata tre giorni e fu invitato tutto il paese. "Voglio far l'ultima prova!," pensò la fanciulla, e quando venne la sera andò fino alla pietra sotto cui aveva seppellito i suoi tesori. Ne tolse l'abito coi soli d'oro, l'indossò e si adornò con le gemme. Sciolse i capelli, che teneva nascosti sotto un fazzoletto, e le ricaddero in lunghi riccioli sulle spalle. Così s'incamminò verso la città e nel buio nessuno la scorse. Quando entrò nella sala splendidamente illuminata, tutti le cedevano il passo stupefatti, ma nessuno sapeva chi ella fosse. Il principe le andò incontro, ma non la riconobbe. La invitò a ballare e, rapito dalla sua bellezza, non pensava più affatto all'altra sposa. Quando la festa ebbe fine, ella scomparve tra la folla e prima dell'alba tornò in fretta al villaggio, dove indossò di nuovo la sua veste di pastora. La sera dopo prese l'abito con le lune d'argento, e si mise nei capelli una mezzaluna di pietre preziose. Quando comparve alla festa, tutti gli occhi si volsero a lei, ma il principe le corse incontro e, ardente d'amore, ballò soltanto con lei e non guardò più nessun'altra. Prima di andar via, ella dovette promettergli di tornare alla festa per l'ultima sera. Quando apparve la terza volta, aveva l'abito di stelle che sfavillava a ogni passo, e il nastro dei capelli e la cintura erano stelle di pietre preziose. Il principe l'aspettava già da un pezzo e tra la folla si aprì un varco fino a lei. "Dimmi dunque chi sei!," le disse, "mi pare di averti conosciuta già da molto tempo." - "Non ti ricordi," rispose la fanciulla, "quel che ho fatto quando mi lasciasti?" Gli s'accostò e lo baciò sulla guancia sinistra: e subito fu come se gli cadesse una benda dagli occhi ed egli riconobbe la vera sposa. "Vieni!," le disse, "qui non voglio più restare." Le porse la mano e l'accompagnò alla carrozza. Veloci come il vento, ì cavalli corsero al castello meraviglioso. Già da lontano brillavano le finestre illuminate. Quando passarono davanti al tiglio, là sotto vagavano innumerevoli lucciole, e l'albero scosse i rami e mandò il suo profumo. Sulla scala sbocciavano i fiori, dalla stanza veniva il canto degli uccelli rari; ma nella sala era riunita tutta la corte e il prete aspettava di unire in matrimonio il principe e la sua vera sposa.
从前有个姑娘,十分年轻美貌,当她还是孩子的时候便没了妈妈,她的继母想尽各种办法来折磨她,使她生活得十分凄惨。 不管继母什么时候让干什么,她总是毫无怨言,而且还做了各种她力所能及的事。 但这仍不能打动这个恶毒女人的心,她的贪欲永远也不会满足。 女孩越是卖命干活,继母给她的活儿也越多。 那女人就是想尽办法用更多的活来压得她闷闷不乐,让她生活更艰苦。
有一天,那女人对女孩说:"这里有十二磅羽毛,你得把它拔下来,要是到晚上还没拔完,你就等着挨打吧。你以为可以成天在外面闲逛吗?"这可怜的女孩开始干活,眼泪顺着面颊流了下来,因为她明白自己一天内是不可能干完这些活的。 每当她面前有了一小堆羽毛,她总是叹着气或苦恼地搓着手,那些鸡毛就飞走了,不得不把它们拾起来,然后继续干。 过了一会儿,她听到一个低低的声音说:"别着急,我的孩子,我来帮你来了。"女孩抬头看到一个老婆婆站在她身旁,慈祥地拉着女孩的手,说:"快告诉我你有什么苦恼的事情。"由于她说得这么亲切,女骇便告诉老婆婆她痛苦的生活,一个一个重担是怎样压在她的身上的,她永远也干不完继母给她的活。 "如果我到今天晚上还没有弄好这堆羽毛,我的继母会打我。她威胁过我,而且我知道她会说到做到的。"她又开始流泪,但这善良的老婆婆说:"别害怕,我的孩子,休息一会,现在让我来干你的活。"女孩躺在床上,很快就睡着了。 老婆婆坐在堆着羽毛的桌旁,她那双苍老的手几乎没有碰它们,那些羽毛就神奇地飞离了羽毛梗。 这十二磅羽毛一会儿就拣完了。 当小女孩醒来时,发现面前堆着一大堆雪白的羽毛,房子也干干净净的,但那老婆婆已经不见了。 女孩感谢了上帝,然后静静地坐在那儿直到晚上。 当她继母走进来看到活儿全部干完时,她大吃了一惊。 "瞧瞧,你这蠢东西,"她尖刻地说,"人勤快起来什么活都干得完,你就知道闲坐在那,不能再干点别的吗?"女人出来后心想:"这家伙还能多干些,我一定要让她干更难的活儿。"
第二天早上她对女孩说:"给你一个勺,去用它把花园边那个大池塘的水舀干。要是你到晚上还没干完,你就等着瞧吧!"女孩接过勺,发现勺上全是小孔,既使没有小孔,她也永远舀不完那池水。 她马上开始干活,眼泪却又流了下来,滴进池中。 但那善良的老婆又出现了,当她得知小女孩为什么伤心时,她说:"高兴起来我的孩子,去灌木丛中美美睡上一觉吧,我会马上把你的活干完。"当只剩下老婆婆一人时,只见她几乎没碰池塘,水里就冒出了水气,一直升到空中,和彩云混在一起。 慢慢地池塘的水就干了,小女孩在日落时醒来到池边一看,只见鱼儿在泥里拼命地挣扎。 她跑去继母那告诉她活已干完了。 "你早就该干完的。"那继母嘴上这么说着,心里却气得面孔发白,于是她又想出了新的花招。
次日早上,她对女孩说:"你得赶在天黑前给我在那块平地上建好一座城。"这女孩吓呆了,分辩说:"我怎么能完成这么重的活呢?""不准回嘴!"继母尖叫着,"既然你能用有孔的勺舀干池水,你就有能耐给我建一座城堡。我今天就要这座城堡 ,如果城堡的厨房或地下室里还缺什么小东西,你就等着吃苦头吧! "说完他就把女孩赶了出去。女孩来到山谷中,那儿有一块块垒起来的石头,就是用尽吃奶的力气她也挪不动最小的一块。于是她便坐在那儿伤心地哭了,希望老婆婆再一次帮她一把。过了不久,老婆婆果真来了,她安慰小女孩说:"躺在树荫下休息吧,我会很快给你建好城堡。 只要你高兴,你可以自己住在这里。 "小女孩走开后,老婆婆用手轻轻碰了碰那些灰色的岩石,那堆岩石立刻都飞起来,一起挪动然后停下,好像是个巨人在筑墙一般。在这堆岩石上,房子渐渐耸起来了,仿佛有许多只无形的手在往上边垒石头。一声闷响从地下传来,立柱升了出来并依次地排好了,屋顶的砖瓦也排列得整整齐齐的。到中午,巨大的风信标耸立在塔顶上,好比一个身着绸衣的少女在飘动。夜幕降临时,城堡里也布置妥当了。那老婆婆是怎么做到这一切的我们也不知道。只见房间的墙壁都用丝绸和天鹅绒蒙着;五色刺绣的椅子套和雕刻精细的围椅,放在大理石桌旁;水晶般的吊灯挂在天花板上,照着下面那光光的地板;镀金笼内有绿色鹦鹉,还有那声音动听却不知名的鸟儿。所有的这一切都是那样的华丽,恰似一个王宫。太阳下山时,小女孩醒来了,千万盏灯光正照在她的脸上。她匆匆忙忙走向城堡,进去后发现台阶上铺着红色的地毯,栏杆上围满了盛开的鲜化。看到这么华丽的房间,小女孩一时都惊呆了,像石头般地站在那里。要不是她突然想起了她的继母,谁知道她会在那儿站多久。"唉! "女孩想,"要是她这一次能最后满足,我也不必再过苦难的生活,那就好了。 "于是女孩走去告诉继母城堡已经建好了。"我这就搬进去。 "只见她从椅子上站了起来说。她们进入了城堡,那位继母不得不用手来遮住眼睛,因为这亮丽的一切让她头晕目眩。"瞧瞧! "她对女孩说,"你轻而易举地就干好了这件事,我得给你点更重的活儿。 "她检查了所有的房间,查看了所有的角落,看看是否有什么遗漏或欠缺,但她什么毛病也挑不出来。"现在我们下去看看,"她恶狠狠地冲着小女孩说,"厨房和地窖还得检查,如果你遗漏了什么东西,我就会惩罚你的。 "但壁炉里的火烧得正旺,锅里蒸着肉,墙边放着煤和铲,亮晶晶的黄铜炊具摆得整整齐齐,什么都不缺,甚至连煤盆和水桶都有。"哪扇门是通到地窖的? "她叫道,"如果酒桶里没有装满酒,那就有你的好看的。 "说着她掀开了地窖的活门就往下走,但还没等她走两步远,那扇向后靠着的活门就重重地倒了下来。女孩听到一声尖叫,马上赶过来举起门,想救她。但她已掉下去了,女孩发现她躺倒在地下断气了。
现在,这座美丽的城堡便属于这女孩一个人了,有这么好的运气,一开始她简直适应不了。 衣柜里挂着美丽的衣服,抽屉里盛放着金银珠宝,她再不会感到缺乏什么东西了。 很快,这女孩的美貌和财富就传遍了整个世界,求婚者络绎不绝,但没有一个能讨她的欢心。 最后有个王子来到了她的身边,他知道怎样打动少女的心,于是他们就订了婚。 有一天,他们正坐在城堡中花园的菩提树下,王子说:"我要回家征得父王的同意,请你在这树下等我好吗?我几个小时后就回来。"女孩吻了吻他的左脸颊,说:"你一定要守信用,决不要让人吻你的左半脸,我会在这儿等你,直到你回来。"
这女孩在树下一直呆到太阳下山,但他还没有回来。 连续三天她都这样从早到晚呆在树下等他,但什么也没等到。 第四天,他还是没回来,于是她想:"一定是他出了什么事,我要去找他,直到把他找回来。"她包好三件漂亮的衣服,一件绣着闪亮的星星,一件缀着银色的月亮,一件布满了金色的太阳,她还用手帕包好了一大把珠宝,出发了。 她到处打听她的心上人,但没有人见过他,也没有人知道他的情况。 尽管她走遍了世界的许多地方,还是没能找到他。 最后,他到一个农场当了牧牛女,并把她的衣服和珠宝都埋在一块石头下。
现在她成了牧女,守着牛群。 她满怀悲伤,时刻想念着她的心爱的人。 她亲手喂养了一头小牛,小牛同她也格外亲近,每当她说:
"小牛,小牛,跪到我身边来,
不要把你的牧牛女来忘怀。
当王子忘了他海誓山盟的新娘,
又是谁在菩提树下苦苦地等待? "
那小牛就乖乖地跪在她身旁,任她抚摸。
她就是这样独自哀伤地过了几年。 一天有消息传来说国王的女儿将举行婚礼。 通向城里的路正好打这村口经过,那女孩赶着牛群出去,正巧碰见新郎从这里经过。 他洋洋得意地骑在马上,根本不把旁人放在眼里,但她一眼就认出了那是她的心上人,她心如刀绞。 "唉!"她想,"我还以为他会守信用,但他已经忘记了我。"
第二天,王子又一次经过这条路,当他走近时,女孩就对小牛说:
"小牛,小牛,跪到我身边来,
不要把你的牧牛女来忘怀。
当王子忘了他海誓山盟的新娘,
又是谁在菩提树下苦苦地等待? "
王子听到这熟悉的声音,勒住马往下看。 他久久地盯着女孩的脸,手摸着额头,竭力想记起什么来,但他很快又继续往前走,倾刻就消失了。 "哎!"她想,"他不再认得我了。"
想到这她就更伤心了。
这以后不久,宫廷里举行了长达三天的盛宴,所有的人都被邀请参加了。 "现在我得最后试试我的运气。"少女想。 夜幕降临时,她拿出自己以前埋在石头下的衣服和珠宝,穿上那件布满金色太阳的衣服,戴上她的珠宝,解开包在头上的手帕,让一头秀发披在肩上。 就这样她进了城,黑暗中谁也没注意到她。 当她进入灯火辉煌的大厅时,人群都惊奇的望着她,但没有人知道她是谁。 王子亲自来迎接她,但也没认出她是谁。 他带着她跳舞,被她的美色倾倒,几乎把另一个新娘遗忘了。 宴会结束后,她消失在人群中,天亮前她又匆忙赶回了村庄,又一次穿上牧女的衣服。
第二天晚上,她穿上那件有银色月亮的衣服,在头上别了个半月形的宝石。 当她出现在舞会上时,所有的人都望着她,王子急忙来迎接她,对她充满了爱意,整晚就和她一个人跳舞,对别的看也不看一眼。 在她走之前她答应了王子去参加最后一天的舞会。
当她第三次出现时,她穿着那件缀满了星星的衣服。 她每走一步,这衣服就闪闪发一次光。 她的发带和腰带上也缀满了珠宝。 王子已经等了她很久了,见她来,急忙走到她身边,"快告诉我你是谁,"他说,"我感觉我已经认识你很久了。""你难道不知道你离开的时候我都干了些什么?"然后她走向王子,吻了吻他的左半脸。 这时候王子突然醒悟了,他认出了真正的新娘。 "来吧,我再也不在这里呆了。"说着,他牵着少女的手,把她带进了马车。 马车一阵风似地驶向城堡,明亮的窗户已在不远处了。 当他们的马车经过菩提树时,无数萤火虫正围着那颗树打转,树枝摇曳着,散发出阵阵芳香。 台阶上鲜化盛开,房间里回荡着奇妙的鸟叫声,满朝文武正聚集在大厅里,牧师正等着给新郎和真新娘举行婚礼。 
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