La Giglia guarda il Cugino con uno strano sorriso: Pin s'accorge che ha
gli occhi verdi e muove il collo come una schiena idi gatto,
- Non c'è il tempo, - fa il Cugino. - Bisogna proprio che vada. Fate da
mangiare. In gamba, Fin.
E s'allontana, con quella mantellina arrotolata a tracolla e il mitra sempre
imbracciato.
Pin vorrebbe raggiungere il Cugino e andare sempre con lui, ma ha le
ossa rotte dopo tante peripezie, e
quegli spari in fondovalle gli méttono
addosso una vaga paura.
- Chi sei, bambino? - dice la Giglia, passandogli una mano nel crespo dei
capelli irti, nonostante Pin si scrolli perché non ha mai sopportatole
carezze delle donne. Poi gli dispiace sentirsi chiamare bambino.
- Tuo figlio sono: non ti sei accorta stanotte, che stavi partorendo
qualcuno?