Commerciante pugnalato indagini a 360 gradi
Un mistero. Al momento la morte di Rafael Choen, il commerciante di 74 anni, molto attivo e conosciuto nella comunità ebraica romana, ucciso con una coltellata al petto nella portineria del suo palazzo, sembra essere un rompicapo. L'autopsia, eseguita ieri, conferma che "il decesso è avvenuto a seguito del colpo profondo al cuore, sferrato con una lama molto lunga". In settimana familiari, conoscenti e amici, verranno riascoltati. Il pubblico ministero Barbara Sargenti e i carabinieri della Omicidi, la prima sezione del nucleo investigativo di via In Selci, stanno lavorando su due fronti: ricostruire la dinamica del delitto e scavare nei rapporti d'affari e di amicizia di un uomo dalla vita, all'apparenza, irreprensibile.
Un'indagine complicata che, mancando un movente, non può che ripartire dalla notte di lunedì e dall'analisi di tutti i microdettagli dell'accoltellamento. Erano più o meno le 20 quando Rafael Cohen, di ritorno dal magazzino del cognato David Mayer, titolare di rinomate boutique nella capitale, suona al citofono di casa, un palazzo al numero 64 di via Lanciani. La moglie gli apre, lui entra. E, davanti al gabbiotto della portineria incontra il suo assassino. Nessuno nello stabile sente nulla, né un litigio né grida né richieste di aiuto. Eppure il commerciante ultrasettantenne ingaggia una colluttazione col suo assassino, tanto che sulle mani e sugli avambracci ha dei tagli, le classiche ferite della difesa disperata di qualcuno aggredito. Poi la coltellata finale al centro del petto. L'uomo cade, prono, sul pavimento del gabbiotto del portiere e l'omicida fugge. Attorno alle 20 e 40 una condomina nota il corpo e dà l'allarme ai carabinieri.
L'ipotesi della lite condominiale viene esclusa subito: Cohen non aveva contenziosi con nessuno e, anche se nel quartiere lo descrivono come uno dal carattere ruvido, pare non abbia mai avuto un bisticcio con nessuno. Anche l'ipotesi della rapina viene accantonata quasi subito: il portafoglio dell'uomo, con trecento euro dentro, è ancora nella sua tasca, così come il telefono cellulare. "Un tentativo di rapina andato male? Abbiamo delle perplessità - spiegano gli inquirenti - Anche l'orario è poco propizio per una rapina. Tuttavia è ovvio che tutti i fronti rimangono aperti fino a quando non sapremo di più sulla vita dell'uomo". Anche la tesi dell'omicidio legato a motivi di interesse economico resta in piedi, ma è tutta da dimostrare.
Ieri un migliaio di persone hanno partecipato ai funerali di Raffaele Cohen al Tempietto ebraico del Verano. Oltre al presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, erano presenti anche il rabbino capo di Roma Riccardo Disegni. Fra dieci giorni la salma sarà portata in Israele.