Chiudo gli occhi un istante
E poi schiudo le labbra alla bizzarra
Mia canzon prediletta.
Affascinante
N'è la cadenza languida, variante
Col ritmo audace e l'impaziente stretta,
Col molle ritornello e appassionato
Accordo inaspettato che lo termina
Canto la primavera, il sole tepido,
L'erba fragrante di vïole mammole,
L'azzurra vastità del cielo limpido,
I nuovi nidi d'usignoli e allodole.
Canto il superbo gaudio, il folle giubilo
De' miei vent'anni e della mia bellezza,
L'amor, l'incanto, l'estasi, l'ebbrezza
Dell'esistenza e della gioventù!
Canto, e le note limpide
Prorompono vibranti,
Acute, gaie, libere,
Giulive, palpitanti.
Canto, e rapita l'anima
Segue la melodìa,
Grido, singulto, fremito
Diviene l'armonìa;
Strana, potente, altissima
Nell'aria si diffonde,
La terra il mar ne echeggiano,
L'empireo risponde;
Il cupo mondo invadono
onde di suono — e oblìo; —
E in cielo ascoltan gli angeli
Estasïati, e Iddio!
Canto la primavera, il sole tepido,
L'erba fragrante di vïole mammole,
L'azzurra vastità del cielo limpido,
I nuovi nidi d'usignoli e allodole.
Canto il superbo gaudio, il folle giubilo
De' miei vent'anni e della mia bellezza.
L'amor, l'incanto, l'estasi, l'ebbrezza
Dell'esistenza e della gioventù!
Pallida taccio. E intorno a me si leva
D'approvazione un blando mormorìo;
E mamme di garbate signorine
Chiedono il nome del maestro mio.
A lor rispondo: Egli non fa per voi,
Mamme cortesi, il mio maestro è Dio!
O buone mamme, vi farìa paura
Il direttor d'orchestra che ho nel cuore:
Ei batte il tempo fuor d'ogni misura,
È maestro Cupìdo, dio d'Amore!
Che batte e batte e lacera a brandelli
La viva e palpitante anima mia,
Per farne delle rime e dei stornelli,
Per farne un canto ed una melodia.
O mamme cui la musica è gradita,
Ve ne son tanti di maestri buoni!
La scuola mia si paga colla vita.
Andate da Lamperti e da Leoni!