Serena, rubiconda e senza affanni,
Spesso ciarliera e sempre sorridente,
Ecco ciò che sarò fra cinquant'anni.
La casa un po' sossopra qualche volta,
Ma senza preti, gatti o canarini;
E da per tutto e sempre una raccolta
Di musica, di fiori e di bambini.
Molt'aria, molta luce e l'armonia
Di voci fresche e di visetti cari;
Insomma un gran rifugio in casa mia
Di birichini e indocili scolari.
E una gran calma in cor. Degl'ideali
Miei sogni d'una volta, allora anch'io
Sorriderò, aggiustandomi gli occhiali....
Poi d'ogni cosa giungerà l'oblìo.
Alfine un giorno limpido ed azzurro
(Vorrei fosse d'autunno e di mattina!)
Mi sentirò nell'anima un susurro
Come un coro del ciel che s'avvicina.
Nella poltrona, accanto ai vetri aperti
Mi sentirò tranquilla e un poco stanca;
Del sole mattutino i miti e incerti
Raggi cadranmi sulla testa bianca.
Così, le mani in grembo, e da squisito
Senso di pace invaso l'esser mio,
Il corpo a morte e l'alma all'infinito
Darò, pensando a te, sperando in Dio.
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