- Io mi veggio senza alcun fallo venir meno; il che mi
duole, per ciò che di vivere mai non mi giovò come or
faceva. E' il vero che d'una cosa contentissimo muoio,
per ciò che, pur dovendo morire, mi veggio morire nelle
braccia di quelle due persone le quali io più amo che al-
cune altre che al mondo ne sieno, cioè nelle tue, carissi-
mo amico, e in quelle di questa donna, la quale io più
che me medesimo ho amata poscia che io la conobbi. E'
il vero che grave m'è, lei sentendo qui forestiera e senza
aiuto e senza consiglio, morendomi io, rimanere; e più
sarebbe grave ancora, se io qui non sentissi te, il quale
io credo che quella cura di lei avrai per amor di me, che
di me medesimo avresti; e per ciò quanto più posso ti
priego, che s'egli avviene che io muoia, che le mie cose
ed ella ti sieno raccomandate, e quello dell'une e dell'al-
tra facci, che credi che sia consolazione dell'anima mia.