Il conte, il quale lealissimo cavaliere era, con gravissime
riprensioni cominciò a mordere così folle amore e a so-
spignerla indietro, che già al collo gli si voleva gittare; e
con saramenti ad affermare che egli prima sofferrebbe
d'essere squartato, che tal cosa contro allo onore del suo
signore né in sé né in altrui consentisse.
Il che la donna udendo, subitamente dimenticato l'amore
e in fiero furore accesa, disse:
- Dunque sarò io, villan cavaliere, in questa guisa da voi
del mio disidero schernita? Unque a Dio non piaccia,
poi che voi volete me far morire, che io voi o morire o
cacciar del mondo non faccia.