pietoso ragguardatore della mia giovanezza, col quale io
mi sto in questa camera, nella qual non si sa che cosa fe-
sta sia (dico di quelle feste che voi, più divoto a Dio che
a' servigi delle donne, cotante celebravate), né mai den-
tro a quello uscio entrò né sabato né venerdì né vigilia
né quattro tempora né quaresima, ch'è così lunga, anzi
di dì e di notte ci si lavora e battecisi la lana; e poi che
questa notte sonò mattutino, so bene come il fatto andò
da una volta in su. E però con lui intendo di starmi e di
lavorare mentre sarò giovane; e le feste e le perdonanze
e i digiuni serbarmi a far quando sarò vecchia; e voi col-
la buona ventura sì ve n'andate il più tosto che voi pote-
te, e senza me fate feste quante vi piace.