Oggi prega più a lungo dell'usato,
All'Angelo Custode od a Maria,
O al Santo protettor che le fu dato.
Io pure al Santo mio fo' voti e preci,
Mi prostro innanzi al mio buon Santo anch'io.
Ridete? Ma ne val de' vostri dieci
Il Santo mio!
Non se ne parla nella Sacra Storia:
Non per la fede torturato e ucciso,
Non lo circonda un'iride di gloria,
Nè siede tra gli eletti in paradiso.
Mai non fu chiesa eretta a suo onore;
Ma tempio gli è l'eterna anima mia,
Ed un altar gli ho fatto del mio core
Ove regni in eterno! — E così sia.
I miei pensieri, alati cherubini,
Gli stanno attorno e cantan l'orazioni.
Cantan per messa i versi miei divini:
E Cupido dirige le fazioni!
Cupido veste l'abito talare,
Cupido fa da Padre confessore,
Accende le candele sull'altare
E con la face sua m'incendia il core!
Il Santo mio dall'alto altar sorride.
E cessan preci, penitenze e affanni;
Chè ogni altra cosa oblìa chi mai lo vide
Nell'altera beltà de' suoi vent'anni!
E quanto a la sua Santità, vorrei
Che rimanesse un punto incontrastato:
L'hanno martirizzato gli occhi miei,
E il mio amore l'ha santificato!