Il Dao nel Dao de jing e il Dio cristiano: è possibile un’ermeneutica daoistica per l’inculturazione del Vangelo in Cina?
“Nell’Oriente e nell’Occidente cristiano l’inculturazione della Bibbia si è effettuata fin dai primi secoli e ha manifestato una grande fecondità. Non può, tuttavia, mai essere considerata conclusa; al contrario, deve essere ripresa costantemente, in rapporto con la continua evoluzione delle culture. Nei paesi di più recente evangelizzazione il problema si pone in termini diversi. I missionari, infatti, portano inevitabilmente la parola di Dio nella forma in cui si è inculturata nel loro paese di origine. È necessario che le nuove chiese locali compiano sforzi enormi per passare da questa forma straniera di inculturazione della Bibbia a un’altra forma, che corrisponde alla cultura del proprio paese”.[1] Perché “una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”.[2] Ecco le parole che mi incoraggiano, mi colpiscono profondamente e risuonano continuamente nel mio cuore. Credo che “lo Spirito operava nel mondo prima ancora che Cristo fosse glorificato” (Ad Gentes, 4) e che Dio parlava e parla anche attraverso la cultura. Allora possiamo trovare anche nella cultura cinese la voce di Dio, come preparazione all’avvento del Cristo incarnato? Per rispondere la domanda dobbiamo cominciare la nostra ricerca a partire da un concetto fondamentale e originale nella cultura cinese: Dao.
1、Il senso generale e etimologico del carattere dao (道)
Il concetto Dao è un’idea fondamentale nella cultura cinese. Nel periodo del Preqin (770-221 a.C.)[3],il Dao era già un concetto comune delle ‘Cento scuole’[4]. Per questo, si dice che la cultura cinese è la Cultura del Tao. La parola Dao si trova non soltanto in Lao-Zhuang e nel Daoismo[5], ma anche nella tradizione di altre scuole, soprattutto nel Confucianesimo, che è una delle due correnti principali della civiltà cinese. Tuttavia il Dao nel taoismo, si differenzia da altre scuole. Con la parola Dao Lao Zi vuole parlare della Saggezza e del Mistero altissimo riguardante il Cielo (Tian), la Terra (Di) e l’uomo.
Letteralmente, il carattere dao (道, trascritto anche tao) significa ancora oggi, via e cammino[6]. Poi c’è un altro significato originario, cioè parola e parlare, come testimoniano antichi scritti cinesi, per esempio nel Classico delle poesie (Shi jing诗经)[7], le Storie (Guo yu国语)[8], il Dao de jing (道德经)[9] .
La parola Dao, per estensione, iniziò poi a coprire una vasta area di significati e in alcuni contesti può esprimere il significato di dottrina, regola, metodo, sistema, principio, legge di natura etc.. Questi ulteriori significati del carattere dao si trovano nei testi delle “Cento scuole” del periodo di Preqin. Confucio (551-479 a.C.) diceva ad esempio nei suoi Dialoghi: “Se il mio dao (dottrina) prevarrà nel mondo, allora è il ‘Ming’ (il Destino o la Volontà del Tian, Cielo); se cadrà è sempre il ‘Ming’”; “il mio dao è l’Uno che comprende primo e dopo”.[10] Parlava del dao anche Mo Zi (479-381 a.C.), fondatore della scuola Mo, critico nei confronti del Confucianesimo. Egli diceva: “Il loro dao (di Confucianesimo) non può salvare il mondo; la loro teoria non é capace di educare il popolo”.[11]
D’altronde i caratteri cinesi sono caratteri ideografici. Si possono comprendere dalla loro struttura non soltanto i significati dei concetti stessi, ma anche il modo stesso di pensare dei antichi cinesi,che procede per immagini concrete che mettono in luce la loro visione del mondo, della vita umana e del loro Dio. Quindi per comprendere meglio il senso originario della parola dao, è necessario analizzare anche la sua etimologia ed il suo sviluppo ermeneutico nel filosofia del Dao de jing.