47. L'artista taccagno.
Gessen era un monaco artista. Prima di mettersi a disegnare o a dipingere, insisteva
sempre perché lo pagassero in anticipo, e i suoi compensi erano molto alti. Tutti lo
conoscevano come «l'artista taccagno».
Una volta una geisha gli ordinò un dipinto.
«Quanto puoi pagare?» chiese Gessen.
«Quello che vuoi tu,» rispose la ragazza «ma voglio che tu faccia il lavoro davanti a me».
Così un certo giorno Gessen fu chiamato dalla geisha. Ella dava una festa per il suo
protettore.
Gessen, con eleganti pennellate, fece il dipinto. Quando lo finì, chiese la cifra più alta di
quel tempo.
Ricevette la somma. Allora la geisha, rivolgendosi al suo protettore, disse: «Quest'artista
non vuole che il denaro. I suoi dipinti sono belli ma la sua mente è sudicia; il denaro l'ha
trasformato in una melma. Uscita da una mente così sporca, la sua opera non è degna di
essere esposta. E' a malapena adatta per una delle mie sottovesti». E togliendosi l'abito,
chiese a Gessen di fare un'altra pittura sul dietro della sua sottoveste.
«Quanto mi paghi?» domandò Gessen.
«Oh, qualunque somma» rispose la ragazza.
Gessen stabilì una cifra spropositata, fece il dipinto come gli era stato chiesto di farlo e se
ne andò.
In seguito si seppe che Gessen era tanto avido di denaro per queste ragioni:
Spesso la sua provincia era afflitta da una terribile carestia. I ricchi non aiutavano i
poveri, così Gessen aveva un magazzino segreto, ignoto a tutti, che lui teneva sempre
pieno di grano, pronto per quei casi di emergenza.
La strada che portava dal suo villaggio al Santuario Nazionale era in pessimo stato e per
molti pellegrini il viaggio era estremamente disagevole. Lui voleva costruire una strada
migliore.
Il suo insegnante era morto senza portare a compimento il desiderio di costruire un
tempio, e Gessen voleva terminare questo tempio per lui.
Quando Gessen riuscì a realizzare questi tre desideri, buttò via i pennelli e gli attrezzi da
pittore e, ritiratosi sulle montagne, non dipinse mai più.