Una variopinta e volonterosa cancrena, che si stava mangiando da qualche mese la schiena di un famosissimo e luridissimo avaro, un bel mattino, parlò così al suo involontario anfitrione: — Oggi mi sento bene! e son di buon umore! Sarà la primavera! Ma vorrei vedervi un po' allegro anche voi! non pensate così, sempre, alla vostra roba! Vi farà male. Fate come me: Vedete? io mangio fin che ce n'è: quando non ce ne sarà più: pazienza! morirò. Ma almeno potrò dire che della mia morte nessuno godrà, e que' vermi schifosi che aspettano nella vostra fossa la mia eredità, sognando laute cene, sarà miracolo se troveranno qualche osso sano da vuotare!
Voi, invece, passate la vita a ricontare e a risigillare i vostri sacchetti d'oro, perchè un giorno ve li possan manomettere quei diavoli de' vostri eredi; che, quando voi dormite, si vengono a rallegrare con me per il modo come mangio alle vostre spalle, dicendomi che era il loro sogno e che mai l'han saputo fare: e mi incitano con belle parole e con esempi tratti dalla storia, a spolparvi tutto in tre giorni!
E vi giuro che è contro mia voglia; ma vi confesso [27]che un po' per quelle parole che stuzzicano il mio amor proprio: un po' per certi eccellenti aperitivi che mi somministra il vostro medico, e anche perchè m'annoio a vedervi sempre far conti, chè so io? mi sembra che l'appetito mi cresca ogni giorno, nonostante la vita sedentaria che mi fate fare! Che ne dite voi, amico?... Ah! bravo!! approfittate di questo mio bisogno di confidenza che m'ha fatto lasciare a mezzo la colazione, per contare con più pace codesti lerci sacchetti, senza darmi nemmeno ascolto!