Pin non
riconosce più il punto: le pietre che aveva messo non ci sono più, l'erba è
strappata a cespi. Doveva essere qui, c'è ancora la nicchia scavata da lui,
ma è piena di terriccio e frammenti di tufo.
Pin piange, a testa tra le mani. Nessuno gli ridarà più la sua pistola: Pelle
è morto e non l'aveva nel suo arsenale, chissà dove l'ha messa, a chi l'ha
data. Era l'ultima cosa che restava al mondo, a Pin: cosa farà adesso? In
banda non può più tornare: ha fatto troppe cattiverie a tutti, a Mancino, alla
Giglia, a Duca, a Zena il Lungo detto Berretta-di-Legno. All'osteria c'è
stata la retata e tutti sono stati deportati o uccisi.