Pin capisce tutto invece: è attentissimo, la lingua tra i denti, gote accese.
Là, mezzo sepolta nel fieno, c'è Giglia, con quel suo seno caldo sotto la
camicia da uomo. Ha caldo, la notte in mezzo al fieno, e non fa che
rigirarsi. Una volta s'è alzata mentre tutti dormivano, s'è tolta i pantaloni e
s'è avvoltolata nuda tra le coperte: Pin l'ha vista. Mentre nella vallata in-
furierà la battaglia, nel casolare succederanno cose strabilianti, cento volte
più eccitanti della battaglia. Per questo il Dritto lascia che Pin vada in
azione. Pin ha abbandonato il moschetto ai suoi piedi: segue ogni
movimento con gli occhi, attentissimo. Gli uomini si rimettono in ordine:
nessuno dice a Pin di venire in fila.
In quella il falchetto comincia a starnazzare dalle travi del tetto, a battere
le ali tarpate come in un attacco di disperazione.
- Babeuf! Devo dare da mangiare a Babeuf! - fa Mancino e corre a
prendere il sacchetto con le interiora da dare al volatile. Allora tutti gli
uomini si rivoltano contro di lui e contro la bestia, sembra che vogliano
riversare tutto il loro rancore contro qualcosa di determinato.
- Morissi tu e il tuo falchetto! Uccellacelo del malaugurio! Tutte le volte
che canta succede un disastro! Tiragli il collo!