Ma a un certo punto Pin non resiste più alla tentazione e si punta la
pistola contro la tempia: è una cosa che da le vertigini. Avanti, fino a
toccare la pelle e sentire il freddo del ferro. Si potrebbe posare il dito sul
grilletto, adesso: no, meglio premere la bocca della canna contro lo zigomo
fino a farsi male, e sentire il cerchio di ferro con dentro il vuoto dove
nascono gli spari. A staccare l'arma dalla tempia, di botto, forse il
risucchio dell'aria farà esplodere un colpo: no, non esplode. Ora si può
mettere la canna in bocca e sentire il sapore sotto la lingua. Poi, cosa più
paurosa di tutte, portarla agli occhi e guardarci dentro, nella canna buia che
sembra fonda come un pozzo. Una volta Pin ha visto un ragazzo che s'era
sparato in un occhio con un fucile da caccia, mentre lo portavano
all'ospedale: aveva un gran grumo di sangue su mezza faccia, e l'altra
mezza tutta puntini neri della polvere.