La sentinella è china sopra di lui, ed è riuscita ad aprire completamente
gli occhi, due occhi da animale cavernicolo. Allora Lupo Rosso appare nel
vano della porta; è curvo sotto il barile di immondizie, ma pure cammina
in punta di piedi. Pin tira fuori da una tasca le due mani giunte e le gira un
po' per aria, come se nascondesse qualcosa: - Ih, ih! Ti piacerebbe, eh!
Lupo Rosso s'avvicina, a passi lunghi e silenziosi. Pin comincia a far
scorrere una mano sull'altra, piano piano. Lupo Rosso è ormai alle spalle
della sentinella. La sentinella guarda le mani di Pin: sono insaponate, e
perché? E questa fotografia non comincia mai? A un tratto una frana di
spazzatura gli s'abbatte sul capo; non è solo una frana, è un qualcosa che lo
schiaccia sopra e tutto intorno in mezzo alla spazzatura; soffoca, ma non
può liberarsi; è rimasto prigioniero lui e il suo fucile. Cade e sente d'essere
diventato cilindrico e di
rotolare per il terrazzo.
Intanto Lupo Rosso e Pin hanno già scavalcato la balaustra.
- Là, - dice Lupo Rosso a Pin. - Attaccati là e non mollare, - e gli indica
il tubo di scarico d'una grondaia. Pin ha paura, ma Lupo Rosso quasi lo
butta nel vuoto e lui è obbligato ad attaccarsi al tubo. Però le mani e i
ginocchi insaponati scivolano, è un po' come scendere sulla ringhiera d'una
scala, solo fa molto più paura e non bisogna guardare sotto né staccarsi dal
tubo.