Di Ferriera, nel buio, si vedono l'azzurro degli occhi e il biondo della
barba: scuote il capo. Lui non conosce il furore: è preciso come un
meccanico e pratico come un montanaro, la lotta è una macchina esatta per
lui, una macchina di cui si sa il funzionamento e lo scopo.
- Pare impossibile, - dice, - pare impossibile che con tante balle in testa
tu sappia fare il commissario come si deve e parlare agli uomini con tanta
chiarezza.
A Kim non dispiace che Ferriera non capisca: agli uomini come Ferriera
si deve parlare con termini esatti, ? a, bi, ci ? ? deve dire, le cose sono
sicure o sono ? balle ?, non ci sono zone ambigue ed oscure per loro. Ma
Kim non pensa questo perché si creda superiore a Ferriera: Il suo punto
d'arrivo è poter ragionate come Ferriera, non aver altra realtà all'infuori di
quella di Ferriera, tutto il resto non serve.
- Ben. Ti saluto -. Sono giunti a un bivio. Ora Ferriera andrà dal Gamba
e Kim da Baleno. Devono ispezionare tutti i distaccamenti quella notte,
prima della battaglia e bisogna che si separino.
Tutto il retto non serve. Kim cammina solo per i sentieri, con appesa alla
spalla quell'arma smilza che sembra una stampella rotta: lo sten. Tutto il
resto non serve. I tronchi nel buio hanno strane forme umane. L'uomo
porte dentro in sé le sue paure bambine per tutta la vita. ? Forse, - pensa
Kim, - se non fossi commissario di brigata avrei paura. Arrivare a non aver
più paura, questa è la meta ultima dell'uomo ?