Quando ha fatto qualche grosso dispetto e a furia di ridere il petto gli si è
riempito d'una tristezza opaca, Pin vaga tutto solo per i sentieri del fossato
e cerca il posto dove fanno la tana i ragni. Con uno stecco lungo si può
arrivare fino in fondo ad una tana, e infilzare il ragno, un piccolo ragno
nero, con dei disegnini grigi come sui vestiti d'estate delle vecchie bigotte.
Pin si diverte a disfare le porte delle tane e a infilzare i ragni sugli stecchi,
anche a prendere i grilli e a guardarli da vicino sulla loro assurda faccia di
cavallo verde, e poi tagliarli a pezzi e fare strani mosaici con le zampe su
una pietra liscia.
Pin è cattivo con le bestie: sono esseri mostruosi e incomprensibili come
gli uomini; dev'essere brutto essere una piccola bestia, cioè essere verde e
fare la cacca a gocce, e aver sempre paura che venga un essere umano
come lui, con una enorme faccia piena d'efelidi rosse e nere e con dita
capaci di fare a pezzi i grilli.
Ora Pin è solo tra le tane dei ragni e la notte è infinita intorno a lui come
il coro delle rane. ? solo ma ha la pistola con sé, e ora si mette il cinturone
con la fondina sul sedere come il tedesco; solo che il tedesco è grasso e a
Pin il cinturone può stare a tracolla, come le bandoliere di quei guerrieri
che si vedono nei cinema. Adesso si può estrarre la pistola con un grande
gesto come si snudasse una spada, e dire anche: ? All'assalto, miei prodi! ?