Pin esce dall'ufficio col milite armato che lo segue; ha la faccia piccola
piccola sotto l'ispido dei capelli, gli occhi strizzati e le lentiggini lavate dal
pianto.
Sulla porta incontrano Miscèl il Francese che esce, libero.
- Ciao, Pin, - dice, - vado a casa. Prendo servizio domani.
Pin lo smiccia con gli occhietti rossi, a bocca aperta.
- Si. Ho fatto domanda per la brigata nera. Mi hanno spiegato i vantaggi,
lo stipendio che si piglia. Poi, sai, nei rastrellamenti puoi girare per le case
a perquisire dove vuoi. Domani mi vestono e mi armano. In gamba, Pin.
Il milite che accompagna Pin alla prigione ha il berrettino nero col fascio
rosso ricamato sopra: è un ragazzotto basso basso, con un moschetto più
alto di lui. Non appartiene alla razza bluastra dei fascisti.
Già da cinque minuti camminano e ancora nessuno dei
due ha detto
niente.
- Se vuoi ti ci fanno entrate anche te nella brigata nera, - dice il milite a
Pin.
- Se voglio entro nella... di quella vacca della tua bisnonna, - gli risponde
Pin senza scomporsi. Il milite vuoi far l'offeso:
- Di', oh, con chi ti credi? Di', oh, chi t'ha insegnato? - e si ferma.
- Dai, portami in galera, sbrigati, - lo tira Pin.