per avere l'esonero
gliene hanno parlato, perché portava il berretto alla russa e parlava sempre
di Lenin, tanto che l'avevano soprannominato Ghepeù. Aveva anche la
mania della dinamite e delle bombe a orologeria e pareva che si fosse
messo nella ? Todt ? per imparare come si fanno le mine. Finché un giorno
il ponte della ferrovia è saltato in aria e Ghepeù non si è fatto più vedere
alla ? Todt ?: stava sui monti e calava in città alla notte, con una stella
bianca, rossa e verde sul berretto russo, e una grossa pistola. S'era fatto
crescere i capelli lunghi e si chiamava Lupo Rosso.
Ora Lupo Rosso è davanti a lui, col berretto alla russa senza più la stella,
la grossa testa rasa, gli occhi pesti, e sputa sangue.
- Si: sei tu? - dice Pin. - Io, - fa Lupo Rosso.
-
E quando t'han preso?
- Giovedì sul ponte del Borgo: armato e con la stella sul berretto.
- E cosa ti fanno?
- Forse, - dice con la sua aria d'importanza, - mi fucilano.
- Quando?
- Forse domani. - E tu?
Lupo Rosso sputa sangue per terra: - Chi sei tu? -chiede a Pin. Pin dice il
suo nome. Ha sempre desiderato d'incontrare Lupo Rosso, Pin, di vederlo
sbucare una notte nei vicoli della città vecchia, ma ne ha avuto sempre
anche un po' paura, per via di sua sorella che va coi tedeschi.
- Perché sei qui? - chiede Lupo Rosso. Ha quasi lo stesso tono
perentorio dei fascisti che interrogano.