Pin non capisce bene il senso di questo discorso ma ha pietà di
Pietromagro e sta buono buono guardando la carotide che gli saliscende
per il collo.
- Vedi, ora io ho una malattia che non posso pisciare. Avrei bisogno di
cure e sono qui per terra. Nelle vene non mi scorre più del sangue, ma del
piscio giallo. E non posso bere vino e avrei tanta voglia di prendere
sbornie per una settimana di seguito. Pin, il codice penale è sbagliato. C'è
scritto tutto quello che uno non può fare nella vita: furto, omicidio, ricet-
tazione, appropriazione indebita, ma non c'è scritto cosa uno può fare,
invece di fare tutte quelle cose, quando si trova in certe condizioni. Pin, mi
stai a sentire?
Pin lo guarda nella faccia gialla, pelosa come quella di un cane, sente il
suo fiato ansimargli sul viso.
- Pin, io morirò. Tu devi giurarmi una cosa. Devi dire giuro a quello che
dirò. Giuro che per tutta la mia vita combatterò perché non ci siano più
prigioni e perché sia rifatto il codice penale. Di': lo giuro.
- Lo giuro, - dice Pin.
- Te ne ricorderai, Pin?
- Sì, Pietromagro, - dice Pin.
- Adesso aiutami a togliermi dei pidocchi, - dice Pietromagro, - che ne
son pieno. Li sai schiacciare?