Quando sente che la fame s'è un po' chetata si riempie di ciliege le tasche
e scende, e riprende la strada sputando noccioli. Poi pensa che i fascisti
possono seguire la scia dei noccioli di ciliegia e raggiungerlo. Ma nessuno
può essere cosi furbo da pensare quello, nessuno tranne una persona al
mondo: Lupo Rosso! Ecco: se Pin lascerà una scia di noccioli di ciliegia
Lupo Rosso riuscirà a trovarlo, dovunque sia! Basta lasciar cadere un
nocciolo ogni venti passi. Ecco: girato quel muretto, Pin mangerà una
ciliegia, poi un'altra da quel vecchio frantoio, un'altra passato l'albero di
nespolo: cosi via fino ad arrivare al sentiero delle tane di ragno. Ma ancora
non ha raggiunto il fossato che già le ciliege sono finite: Pin capisce allora
che Lupo Rosso non lo ritroverà mai più.
Pin cammina nel letto del fossato quasi secco, fra grandi sassi bianchi e
il frusciare cartaceo delle canne. In fondo alle pozze .dormono le anguille,
lunghe quanto un braccio umano, che a togliere l'acqua si possono
acchiappare con le mani. Alla foce del torrente nella città vecchia chiusa
come una pigna, dormono gli uomini ubriachi e le donne sazie d'amore. La
sorella di Pin dorme sola o in compagnia e s'è già dimenticata di lui, non
pensa né se è vivo né se è morto. Sulla paglia della sua cella, unico veglia
il suo padrone Pietromagro, vicino a morire, col sangue che diventa giallo
di piscio nelle vene.
Pin è arrivato ai propri posti: ecco il beudo, ecco la scorciatoia con i nidi.
Riconosce le pietre, guarda se la terra è stata smossa: no, nulla è stato
toccato. Scava con le unghie, con ansia un po' voluta: a toccare la fondina
ha un senso di commozione dolce, come da piccolo a un giocattolo sotto il
guanciale. Estrae la pistola e passa il dito sugli incavi per togliere la terra.
Dalla canna, svelto svelto, esce un ragnetto: era andato a farsi il nido
dentro!