S'eccita allora: pensa ai fascisti, a quando lo frustavano, alle facce
bluastre e imberbi nell'ufficio dell'interrogatorio, ta-tatatà, ecco che tutti
sono morti, e mordono il tappeto sotto la scrivania dell'ufficiale tedesco
con gengive di sangue. Ecco la voglia d'uccidere anche in lui aspra e
ruvida, d'uccidere pure il piantone nascosto nel pollaio, anche se è tonto,
proprio perché è tonto, d'uccidere anche la sentinella triste della prigione,
proprio perché è triste e tagliuzzata in taccia dal rasoio. ? una voglia
remota in lui come la voglia di amore, un sapore sgradevole e eccitante
come il fumo e il vino, una voglia che non si capisce bene perché tutti gli
uomini l'abbiano, e che deve racchiudere, a soddisfarla, piaceri segreti e
misteriosi.
- Se io fossi un ragazzo come te, - gli dice Zena il Luogo detto Berretta-
di-Legno, - non ci metterei tanto a scendere in città e sparare a un ufficiale,
poi scappare qui di nuovo. Tu sei un ragazzo e nessuno ti baderebbe e
potresti andargli fin sotto il naso. E anche scappare ti sarebbe più facile.
Pin si tortura dalla rabbia: sa che gli dicono queste cose per prenderlo in
giro e poi non gli danno acmi e non lo
lasciano allontanare dall'accampamento.