Io faccio il possibile per esporre solo la parte da me personalmente avuta in questo "caso". Passo sopra agli avvenimenti delle due ore successive, all'arrivo del capitano Maitland, della polizia, del dottor Reilly. Ci fu molta confusione, domande, risposte, insomma tutto quanto capita di solito in simili circostanze.
Arrivo senz'altro alle cinque del pomeriggio, quando il dottor Reilly mi pregò di seguirlo nello studio.
Lui chiuse la porta, sedette nella poltrona del professore e mi disse con vivacità:
«Dunque, signorina Leatheran, vediamo un po' di raccogliere le idee.
C'è qualche cosa di maledettamente strano, in quest'affare.»
Io mi aggiustai la cuffia e lo guardai interrogativamente.
Lui si sfilò di tasca un libretto d'appunti.
«Vi faccio queste domande per mia personale soddisfazione. Che ora era, precisamente, quando il professor Leidner ha trovato il cadavere di sua moglie?»
«Direi che fossero le tre meno un quarto, minuto più minuto meno.» «Come lo sapete?»
«Ho guardato l'orologio prima di uscir di camera. Erano le tre meno venti.»
«Lasciatemi vedere il vostro orologio.»
Mi scopersi il polso e lo protesi.
«Preciso, al minuto. Eccellente infermiera! Be', questo è un punto chiaro. E ora ditemi: voi vi siete fatta un'idea di quanto tempo fosse trascorso dalla morte, quando avete visto il corpo della signora?»
«Ecco, dottore... Non vorrei pronunciarmi...»
«Non siate così professionale. Desidero solo vedere se la vostra impressione concorda con la mia.»
«Allora... dirò che l'ho giudicata morta da almeno un'oretta.»
«Perfettamente. Io ho esaminato il cadavere alle quattro e mezzo, e direi che la morte dev'essere avvenuta fra l'una e quindici e l'una e quarantacinque. Diciamo l'una e mezzo e credo che ci avviciniamo molto al vero.»
Tamburellò nervosamente con le dita sul piano del tavolo.