«Avanti!» disse.
«Leidner, avete mai sentito parlare di un certo Hercule Poirot?»
Il professore lo guardò, perplesso.
«Mi pare... sì, di aver sentito quel nome. Anzi, ne ho sentito parlare molto bene. È un detective privato, vero?»
«Sì.»
«Ma di sicuro vive a Londra. Come può esserci d'aiuto?»
«E vero, vive a Londra... ma ecco dove spunta la coincidenza. Attualmente lui non è a Londra ma in Siria, e domani passerà da Hassanié per raggiungere Bagdad. »
«Chi ve lo ha detto?»
«Jean Berat, il console francese. Abbiamo cenato insieme ieri sera e abbiamo parlato appunto di Poirot. L'investigatore è andato in Siria per uno scandalo militare e intende visitare Bagdad prima di tornarsene a Londra. Che ne dite di questa coincidenza?»
Il professor Leidner esitò un momento e guardò Maitland quasi volesse scusarsi.
«Che ne dite, capitano?»
«Benvenuto un simile aiuto!» disse prontamente il capitano Maitland. «Francamente i miei ragazzi sono straordinari quando si tratta di indagare sulle vendette fra arabi e sui furti, ma questa storia è del tutto eccezionale... C'è qualcosa di sfuggente, di malsicuro... Sono più che disposto ad accettare l'aiuto di quel Poirot.»
«Voi, dunque, mi suggerite di rivolgermi a lui? E se rifiutasse?»
«Non rifiuterà» disse il dottor Reilly.
«Come lo sapete?»
«Perché sono un professionista anch'io. Se un caso, diciamo, di meningite cerebro-spinale molto complicato dovesse verificarsi ed io fossi invitato a offrire il mio aiuto, non potrei assolutamente rifiutare... E qui, Leidner, non si tratta certo di un delitto comune.»
«No» disse il professore, e le sue labbra tremavano. «E allora, Reilly, volete interpellare a nome mio questo Hercule Poirot?»
«Sì.»
Il professore fece un cenno di ringraziamento.