Ero semplicemente disgustata. Il signor Poirot, Invece, non batté ciglio. Si limitò a inchinarsi e a dire in tono scherzoso:
«Spero, allora, che abbiate un buon alibi per il pomeriggio di ieri!»
Ci fu un momento di silenzio, e la racchetta della signorina cadde con un secco rumore al suolo. Disorientata, non si chinò nemmeno per raccoglierla.
«Certo, ho giocato a tennis, al club. Ma seriamente, signor Poirot, io
mi chiedo se voi abbiate potuto farvi un'idea un po' esatta del tipo di donna che la signora Leidner era in realtà.»
Poirot fece un altro inchino e disse:
«Aspetto informazioni da voi, mademoiselle. »
Lei esitò un momento, poi parlò con una durezza e una mancanza di riguardo che mi nausearono.
«Pare che non si debba parlar male dei morti. E una stupida convenzione, secondo me. La verità è sempre la verità. E tutto sommato è forse meglio non parlar male... dei vivi, ai quali si può far del danno. I morti sono al di là di tutto, ma qualche volta il male che han fatto, sopravvive. Vi ha detto, la signorina Leatheran, della strana atmosfera della spedizione? Vi ha detto come fossero tutti nervosi, come si guardassero tutti in cagnesco? Questa era opera di Louise Leidner. Quando ero ancora una ragazzina, tre anni fa, quelli della spedizione Leidner formavano la più felice e invidiabile delle compagnie. Anche l'anno scorso erano abbastanza allegri. Ma quest'anno vivevano sotto un influsso maligno: quello di lei. Lei era il tipo di donna che non permette a nessun altro di esser felice, che vuol sciupare ogni cosa, così, un po' per misurare il proprio potere un po' perché non può fare altrimenti. Era anche una di quelle donne che vogliono aggiogare al proprio carro tutti gli uomini a portata di mano.»
«Signorina Reilly!» esclamai. «Non credo che sia così! So che non è così!»
Senza neppur badarmi lei proseguì:
«Non le bastava l'adorazione di suo marito. Volle far fare la figura dell'idiota a quel disgraziato di Mercado. Poi si impadronì di Bill. Bill è un ragazzo di buon senso, ma lei lo incitrulliva addirittura! Carl Reiter, si divertiva a tormentarlo... e non le riusciva difficile, perché è un giovane molto sensibile. Poi, David Emmott... Ma questi è un buon lottatore e resistette. Capiva il fascino di lei, ma capiva anche come lei giocasse sempre a freddo. Per questo la odio: perché lei si divertiva ad aizzare la gente, a suscitare passioni e liti ma senza mal voler esservi coinvolta. Una specie di Jago femmina, una maligna spettatrice. Capite quel che voglio dire?»
«Oh sì, capisco forse più di quanto voi non crediate, mademoiselle» rispose Poirot.
Non mi spiegai bene il suono della sua voce. Non era indignata, era... non so, insomma.
Anche Sheila Reilly dovette avere un'analoga impressione perché la vidi arrossire.
«Pensate quel che volete» disse lei «ma son certa di esser nel giusto! Louise era una donna intelligentissima, si annoiava, e allora compiva esperimenti con le persone, così come altri li compiono con materiali chimici. Godeva nel mettere a dura prova i sentimenti e la resistenza morale della povera cara signorina Johnson, godeva nel far perder la testa a quel disgraziato di Mercado, godeva nell 'umiliare me — e ci riusciva facilmente. C'è di più: godeva nello scoprire gli affari privati delle persone e nel valersene come di altrettante spade di Damocle. Oh, non si trattava di ricatti, no: solo le piaceva far loro intendere che lei sapeva, e lasciarli nell'incertezza circa l'uso che avrebbe fatto di ciò che sapeva. Dio, che artista, nel suo genere, quella donna!»