Il dottor Reilly si era alzato e, quando tutti furono usciti, chiuse accuratamente la porta; poi, dopo aver rivolto un'occhiata interrogativa a Poirot, chiuse anche la finestra che dava sul cortile. (Le altre erano già chiuse.) Finalmente, tornò al proprio posto.
«Bien» disse Poirot. «Ora siamo soli e indisturbati, e possiamo parlare liberamente. Abbiamo sentito quel che i membri della spedizione avevano da dirci e... Ma sœr, che cosa state pensando?»
Diventai rossa come un peperone. Indubbiamente quel buffo ometto aveva degli occhi molto penetranti, e aveva letto il mio pensiero.
«Oh, niente, niente...»
«Via, via, Infermiera» disse il dottor Reilly. «Non fate aspettare lo specialista.»
«Ma davvero non è nulla» dissi in fretta. «Mi è solo passato per la mente che anche se qualcuno sapesse o sospettasse qualche cosa, non è facile che lo dica di fronte a tutti gli altri... forse neanche al professor Leidner.»
Con mio stupore il signor Poirot assentì vigorosamente.
«Molto giusta la vostra osservazione. Ma vi spiegherò. La piccola riunioe precedente aveva uno scopo particolare. In Inghilterra, prima di ogni corsa, i cavalli sfilano davanti al tondino perché ognuno abbia la possibilità di vederli e di giudicarli. Lo scopo della nostra piccola assemblea di poco fa è stato quello di consentirmi di dare un'occhiata ai, diciamo così, possibili partenti.»
«Neppure per un istante» gridò il professor Leidner «voglio ammettere
che un qualsiasi membro della spedizione possa essere implicato in questo delitto.»
Poi, rivoltosi a me, disse:
«Vi sarei molto obbligato, signorina, se voleste riferire con esattezza al signor Poirot il colloquio da voi avuto con mia moglie due giorni fa.»
Così feci, cercando di ricordare le parole e le frasi esatte della signora Leidner.
Quand'ebbi finito il signor Poirot disse:
«Molto bene. Molto bene. Una mente ordinata e precisa. Voi ml sarete di grande aiuto.»
Poi chiese al professore:
«Avete quelle lettere?»
«Sì, le ho qui. Pensavo che avreste voluto vederle.»
Poirot le prese, le lesse e le osservò minuziosamente. Rimasi piuttosto delusa nel vedere che non le cospargeva di qualche polverina e non le esaminava al microscopio, o qualcosa di simile; ma mi disse, poi, che lui non era un giovanotto e che i suoi metodi dovevano essere un po' antiquati. Le lesse, come chiunque, insomma, può leggere una lettera. Poi le mise sul tavolo e si schiarì la voce.