«Oh! Ma chi può avervi detto una simile cosa? La signorina Leatheran? Il professore? No, pover'uomo, lui non si accorge mai di nulla!»
E mi lanciò un'occhiata ostile.
Poirot sorrise.
«Eh, eh, ho le mie spie» disse in tono faceto. E per un attimo vidi la signora battere stranamente le palpebre.
«Non credete» disse poi lei con aria di grande dolcezza «che quando è accaduta una disgrazia, tutti vadano immaginando un sacco di storie?
Sapete... tensione, atmosfera, presentimento che "dovesse capitare qualche cosa". Io credo che si tratti di storie immaginate dopo.»
«Anche questo è giustissimo, madame.»
«Sì, sono certa che non ci sia nulla di vero in tutte quelle chiacchiere. Noi eravamo una vera famiglia felice.»
Quando il signor Poirot e io ci trovammo in strada diretti agli scavi, proruppi
«Quella donna è una delle più impudenti bugiarde che abbia mai conosciuto Sono sicura che odiava la signora Leidner!»
«Non è davvero il tipo a cui ci si può rivolgere per conoscere la verità» convenne Poirot.
«Tempo perduto, con lei.»
«Eh, non è proprio così. Una persona vi dice una bugia con le labbra e la verità con gli occhi! Di che cosa ha paura madame Mercado? Ho visto la paura, nei suoi occhi. Sì, decisamente ha paura di qualche cosa. Molto interessante.»
«Devo dirvi una cosa, signor Poirot...» cominciai. E gli raccontai del mio ritorno la sera prima, e della mia convinzione che la signorina Johnson fosse l'autrice delle lettere anonime.
«E così anche lei è una bugiarda» conclusi. «Con che freddezza, le ha parlato di quelle lettere, questa mattina!»
«Già» disse Poirot. «Molto interessante. Perché ha dimostrato di essere perfettamente a conoscenza di quelle lettere. Ora, sino a questo momento, nessuna allusione ad esse è stata fatta in presenza del personale della spedizione. Naturalmente è possibile che il professor Leidner gliene abbia parlato ieri, data la loro vecchia amicizia. Ma se non è così... bene, allora la cosa diventa strana e interessante, non vi pare?»
Il mio rispetto per Poirot si accrebbe. Come l'aveva colta bene in trappola!
«E adesso» gli chiesi «le domanderete qualche spiegazione in proposito?»
Il signor Poirot parve scandalizzato a simile idea.
«Oh, no davvero! Non è mai saggio far pompa delle proprie cognizioni. Sino all'ultimo minuto io tengo ogni cosa qui» e si batté la fronte con un dito. «Poi, al momento opportuno, spicco il balzo, come una pantera e — mon Dieu! — costernazione generale!»
Non potei esimermi dal ridere, dentro di me, all'idea del piccolo signor Poirot nella parte di pantera.
Intanto eravamo giunti sul luogo degli scavi. La prima persona che vedemmo fu il signor Reiter intento a fotografare un muro.