Mi studierò di fare ritratti somigliantissimi.
Ma non sono affatto sicuro di riuscirci.
Un disegno va bene, ma l'altro non assomiglia per niente.
Mi sbaglio anche sulla statura.
Qui il piccolo principe è troppo grande.
Là è troppo piccolo. Esito persino sul colore del suo vestito.
E allora tento e tentenno, bene o male.
E finirò per sbagliarmi su certi particolari più importanti.
Ma questo bisogna perdonarmelo.
Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni. Forse credeva che fossi come lui.
Io, sfortunatamente, non sapevo vedere le pecore attraverso le casse.
Può darsi che io sia un pò come i grandi.
Devo essere invecchiato.
V
Ogni giorno imparavo qualche cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio.
Veniva da sè, per qualche riflessione.
Fu così che al terzo giorno conobbi il dramma dei baobab.
Anche questa volta fu merito della pecora, perché bruscamente il piccolo principe mi
interrogò, come preso da un grave dubbio:
"È proprio vero che le pecore mangiano gli arbusti?"
"Si, è vero".
"Ah! Sono contento".
Non capii perché era così importante che le pecore mangiassero gli arbusti.
Ma il piccolo principe continuò:
"Allora mangiano anche i baobab?"
Feci osservare al piccolo principe che i baobab non sono degli arbusti, ma degli alberi grandi
come chiese e che se anche non avesse portato con sè una mandria di elefanti, non sarebbe
venuto a capo di un solo baobab.
L'idea della mandria di elefanti fece ridere il piccolo principe:
"Bisognerebbe metterli gli uni su gli altri..."
Ma osservò saggiamente:
"I baobab prima di diventar grandi cominciano con l'essere piccoli".
"È esatto! Ma perché vuoi che le tue pecore mangino i piccoli baobab?"
"Bè! Si capisce", mi rispose come se si trattasse di una cosa evidente.
E mi ci volle un grande sforzo d'intelligenza per capire da solo questo problema.
Infatti, sul pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive.