Agatha Christie
NON C'È PIÙ SCAMPO
(Murder in Mesopotamia, 1936)
INTRODUZIONE del dott. GILES REILLY
Gli avvenimenti narrati in questo volume SI svolsero circa quattro anni or sono, e le circostanze hanno ormai reso necessario — a parer mio — che un'esposizione completa e diretta di questi fatti venga offerta al pubblico. Molte voci infondate e addirittura ridicole hanno insinuato che importanti testimonianze sono state soppresse e altre sciocchezze del genere, e queste voci hanno trovato largo credito, specialmente nella stampa americana.
Per ovvie ragioni era desiderabile che il resoconto degli avvenimenti non fosse dovuto alla penna di uno dei partecipanti alla spedizione, e io suggerii quindi di ricorrere all'opera della signorina Amy Leatheran. Lei, infatti, era la persona più indicata allo scopo: la signorina Leatheran è un'infermiera qualificata e degna della massima fiducia, non aveva mai avuto in precedenza alcun rapporto con la spedizione archeologica in Irak, organizzata dall 'Università di Pittstown e, infine, è una intelligente e acuta testimone oculare. Non fu certo cosa facile convincere la signorina Leatheran ad assumersi questo compito; dirò, anzi, che fu una delle maggiori fatiche della mia carriera e quando poi lei lo ebbe portato a termine, dovetti vincere la sua grande riluttanza a mostrarmi il manoscritto. Scopersi in seguito che ciò era in parte dovuto ad alcune osservazioni riguardanti mia figlia Sheila. La rassicurai subito, però, dicendole che, siccome al giorno d'oggi i figli criticano apertamente i genitori, i genitori son felicissimi quando si presenta l'occasione di render loro la pariglia.
Altra obiezione della signorina Leatheran: il suo stile letterario era troppo modesto. Lei voleva che io "ripulissi un po' tutta quella roba". Mi sono ben guardato dal farlo. Se la signorina Leatheran chiama Hercule Poirot "Poirot" in una pagina e "signor Poirot" nella successiva, tale variazione può essere interessante e piena di significato. In un dato momento lei è la personificazione delle "buone maniere" (le infermiere tengono moltissimo all"'etichetta"); in un altro il suo interesse per quanto sta raccontando è puramente umano... e la cuffia le va un po' di traverso. E bene che sia così.
L'unica libertà che mi son preso è quella di scrivere il primo capitolo, con l'aiuto di una lettera gentilmente messa a mia disposizione da un'amica della signorina Leatheran. Questo breve capitolo va inteso come una specie di frontespizio che deve servire a delineare rapidamente la figura della narratrice.