CAPITOLO 2 - Presentazione di A,ny Leatheran
Dico subito che non sono una scrittrice e che non son pratica di queste cose. Quel che mi accingo a fare lo faccio solo perché il dottor Reilly me lo ha chiesto, e quando il dottor Reilly chiede qualcosa non è facile rifiutare.
«Oh, ma dottore» gli dissi «io non sono una letterata, non lo sono affatto!»
«Sciocchezze!» ribatté lui. «Trattate la cosa come se doveste esporre un caso clinico.»
"Be', allora è un altro paio di maniche" pensai.
Il dottor Reilly proseguì dicendo che un chiaro e obiettivo racconto dell 'affare di Tell Yarimjah era proprio necessario.
«Se lo scrivesse una delle persone coinvolte, non sarebbe convincente perché, in un modo o nell 'altro, potrebbe esser ritenuto non obiettivo.»
Anche questo era vero. Io invece, ero al corrente di tutto pur essendone, in certo modo, estranea.
«Perché non lo scrivete voi, dottore?» gli chiesi.
«Io non ero sul posto, voi invece sì. E poi» soggiunse con un sospiro
«mia figlia non me lo permetterebbe.»
Il modo in cui lui si piega ai desideri di quella ragazza è proprio irritante, e stavo per dirglielo, quando vidi che ammiccava. Questo è il guaio col dottor Reilly, non si sa mai se scherza o se parla seriamente. Dice le cose sempre con la stessa voce lenta e malinconica... ma sotto ci si sente una punta di allegria.
«Be'» dissi, ancora un po' Incerta «forse potrei scriverlo.»
«Ma certo che potete.»
«Soltanto non so come regolarmi...»
«Oh, c'è un sistema molto conosciuto: si comincia dal principio, si va sino alla fine, e poi si smette.»
«Ma non so neppure quale sia il vero principio, in questa storia.»
«Credete a me, signorina Leatheran, la difficoltà non consiste tanto nel sapere come cominciare, ma soprattutto come finire. Così almeno capita a me quando devo fare un discorso. Bisogna sempre che qualcuno mi tiri via per le code della marsina.»
«Voi scherzate, dottore.»
«Cosa? Parlo molto sul serio, invece... Dunque, vi siete decisa?»
C'era un 'altra cosa che mi rendeva perplessa e dopo qualche momento di esitazione dissi:
«Vedete, dottore, ho paura di riuscire un po'... un po' personale, qualche volta.»
«Dio vi benedica, ragazza mia! Più "personale" sarete, e meglio sarà la storia! Questa è una storia di esseri umani, e non di mummie. Siate personale, siate parziale, siate dispettosa, siate tutto quello che vi pare. Scrivete come vi detta il cuore, penseremo poi noi a distinguere le punzecchiature maligne. Voi siete una donna di buon senso, e non potete non dare un resoconto sensato di tutto l'affare.»
Questo è quanto, e io promisi di fare del mio meglio.
Dunque, comincio. Però, come avevo detto al dottore, non è facile sapere da dove cominciare... Forse sarà opportuno che dica qualche parola su di me.