«Questo è vero» disse il maggiore Kelsey. «Però siamo ancora all'inizio della stagione, troppo presto perché si sia già sviluppato questo genere di irritazione.»
«Una spedizione è un piccolo mondo in miniatura» disse il maggiore Pennyman. «E ci saranno cricche, rivalità e gelosie.»
«Quest'anno ci son parecchie persone nuove, a quanto pare» osservò il maggiore Kelsey.
«Vediamo un po'» disse l'ufficiale contando sulle dita. «Il giovane Coleman è nuovo, e Reiter pure. Emmott e i Mercado c'erano anche l'anno scorso. Padre Lavigny è nuovo: ha preso il posto del professor Byrd che l'anno scorso si ammalò. Carey, è dei vecchi: è lì da cinque anni, fin dall'inizio dei lavori, e la signorina Johnson ha press'a poco la stessa anzianità.»
«M'era sempre parso che andassero tanto d'accordo a Tell Yarimjah» fece Kelsey. «Li consideravo una famiglia felice. Cosa sorprendente se si tien conto di quel che è la natura umana! Son certo che la signorina Leatheran è d'accordo con me.»
«Be'» dissi «non credo davvero che abbiate torto! Ho assistito a certe scenate, negli ospedali, scoppiate spesso per un motivo non più grave di una tazza di tè.»
«Certo, si diventa molto suscettibili nelle piccole comunità» disse il maggiore Pennyman. «Comunque credo che nel nostro caso sia intervenuto anche qualche altro fattore. Leidner è un uomo così gentile, così alla mano, così pieno di tatto! Ha sempre fatto in modo che fra i membri della sua spedizione corressero i migliori rapporti... Eppure l'altro giorno ho notato veramente una strana tensione.»
La signora Kelsey rise.
«E non ne avete capito il motivo? Diamine, balza agli occhi!»
«Cioè?»
«La signora Leidner, si capisce.»
«Via, via, Mary» fece suo marito. «Lei è una donna simpaticissima e per nulla litigiosa!»
«Oh, lei non litiga certo con nessuno, ma è causa di litigi.»
«Perché? E in che modo?»
«Perché? Perché? Perché si annoia. Non è mica un'archeologa, lei, è solo la moglie di un archeologo. Le mancano i divertimenti e allora se li crea, a modo suo, scatenando i suoi compagni l'uno contro l'altro!»
«Mary, Mary: tu non sai nulla, e lavori di fantasia!»
«Certo, sono fantasiosa! Ma vedrai che ho colpito nel segno. Non per nulla la bella Louise somiglia a Monna Lisa. Forse non avrà alcuna intenzione cattiva, ma certo si diverte a osservare quel che succede intorno a lei.»
«Ma se è così devota a Leidner!»
«Non alludo a nulla di grave. Secondo me, però, è un'allumeuse, quella donna.»
«Come sono tenere le donne, fra di loro!» osservò il maggiore Kelsey.
«Già, già... Ci tagliamo i panni addosso, lo so; però raramente sbagliamo nel giudicarci!»
«Comunque, anche accettando per buone le poco caritatevoli supposizioni della signora Kelsey» disse il maggiore Pennyman «non mi sembra che esse bastino a spiegare quello strano senso di tensione... qualcosa di simile a quel che si prova prima di un terremoto. E ho avuto la netta impressione che la catastrofe potrebbe capitare da un momento all'altro.»
«Be', non spaventiamo la nostra infermiera» disse la signora Kelsey.
«Lei deve andare dai Leidner fra tre giorni, pensate!»
«Oh, non c'è pericolo che mi spaventi!» esclamai ridendo. Però, pensai molto a quel ch'era stato detto, e all'espressione usata dal professor Leidner: "più sicura". Era la segreta paura — confessata o no — di cui soffriva la comunità? O, al contrario, l'attuale tensione (o il suo sconosciuto motivo) agivano sui nervi di lei?
Andai a controllare sul dizionario la parola allumeuse che aveva pronunciato la signora Kelsey, ma non riuscii a ricavarne nessun significato.
"Be "' ml dissi "chi vivrà vedrà. '