«E che cosa credete abbia veramente la signora Leidner?» mi domandò abbassando un poco la voce.
«Oh, niente di grave, spero... Un po' di stanchezza...»
La signora Mercado mi fissava ora come aveva fatto durante il tè.
«Voi siete infermiera specializzata per le malattie mentali?» mi chiese improvvisamente.
«Oh no! Perché me lo chiedete?»
Lei tacque per qualche istante, poi disse:
«Le sapete le stranezze che ha commesso? Ve ne ha parlato il professor Leidner?»
Non mi piace, di solito, spettegolare sul conto delle persone che debbo assistere. D'altra parte, lo so per esperienza, è difficile sapere la verità dai parenti e, fino a quando non si conosce la verità, si procede a tentoni. Naturalmente quando c'è un medico curante le cose cambiano, perché egli vi dice quel che è utile sappiate. Ma nel mio caso non v'era alcun medico curante: il dottor Reilly non era stato consultato professionalmente. E nel mio intimo non ero affatto sicura che il professore mi avesse detto tutto quello che avrebbe potuto dirmi. E spesso un istinto, per i mariti, la reticenza. Comunque, più ne avessi saputo e meglio avrei potuto regolarmi. La signora Mercado la quale mi pareva una gatta dispettosa — aveva una voglia matta di parlare e francamente sia dal punto di vista professionale sia da quello umano — desideravo sentire quel che aveva da dirmi (datemi pure della curiosa, se credete).
«Dunque la signora Leidner non si è comportata in modo del tutto normale, ultimamente?»
La signora Mercado ebbe una risatina sgradevole.
«Normale? Eh, direi proprio di no... Ci ha spaventati a morte. Una notte erano dita che battevano ai vetri. Un'altra, una mano senza braccio. Ma quando poi fu la volta di una faccia gialla premuta contro la finestra — lei vi accorse, e non c'era nulla — allora la cosa cominciò decisamente a farsi poco piacevole per tutti noi.»
«Qualcuno forse le sta giocando un brutto scherzo» dissi.
«Oh, no, no... Tutte fantasie sue. E solo tre giorni fa, mentre eravamo a cena... Giù nel villaggio — a circa un miglio — spararono dei colpi di fucile... e lei balzò in piedi e si mise a strillare in modo che ci fece gelare il sangue... E il professor Leidner si alzò, le corse vicino e si comportò nel più ridicolo dei modi. "Non è nulla, cara, nulla!" continuava a dire. Io credo proprio, signorina Leatheran, che certi uomini incoraggino troppo le donne nelle loro isteriche fissazioni. Ed è un peccato, perché i grilli per il capo non vanno incoraggiati.»
«Purché si tratti di grilli.»
«Di che potrebbe trattarsi allora?»
Non risposi perché non sapevo cosa rispondere. Strano affare! Gli strilli per i colpi di fucile erano una cosa abbastanza naturale, in una persona coi nervi tesi... Ma quella storia di mani e volti spettrali era diversa. Non vedevo che due spiegazioni possibili: o la signora Leidner aveva inventato la storia di sana pianta per attirare, come un bimbo viziato, l'attenzione di tutti su di sé; oppure si trattava di uno scherzo di pessimo gusto. Riflettendoci mi parve che un tipo privo di fantasia come il signor Coleman avrebbe potuto trovar la cosa spiritosissima. Decisi di sorvegliarlo. I tipi nervosi possono essere condotti sino alla pazzia con simili scherzi. La signora Mercado, con un'occhiata di traverso mi disse:
«E un tipo romantico la signora Louise, no? Uno di quei tipi ai quali capitano certe cose.»