«E adesso vi farò vedere qualcosa di più interessante» soggiunse.
Tolse una scatola dallo scaffale e ne tirò fuori una bella daga d'oro con l'impugnatura tempestata di pietre d'un azzurro cupo. Uscii in un grido di piacevole stupore.
La signora Leidner rise.
«Tutti amano l'oro! Tutti, tranne mio marito.»
«Perché non ama l'oro, il professore?»
«Be', anzitutto perché le cose d'oro costano. Ai lavoratori che trovano simili oggetti, bisogna dare l'equivalente peso in oro.»
«Buon Dio! E perché mai?»
«Questo è l'uso. E così, si evitano i furti da parte degli operai. Infatti essi ruberebbero l'oggetto per il suo intrinseco valore, non per il suo valore archeologico, e sarebbero capaci di fonderlo. Rendiamo loro facile l'onestà.»
Tirò giù dallo scaffale un vassoio e mi mostrò una coppa d'oro veramente bella con un fregio a teste di ariete inciso tutt'intorno. Mi lasciai sfuggire un' altra esclamazione ammirativa.
«Bello, vero? Viene dalla tomba di un principe. Abbiamo scoperto più di una tomba regale, ma gli oggetti di valore erano già stati rubati Questa coppa d'oro è la cosa più bella che abbiamo trovato, ed è anche una delle più belle che siano mai state trovate. E del primo periodo accadiano. Un pezzo unico, di inestimabile valore.»
Improvvisamente, e aggrottando le ciglia, la signora Leidner si portò la coppa vicino agli occhi e la grattò delicatamente con un'unghia.
«Che cosa strana! Della cera! Qualcuno dev'essersi avvicinato con una candela...»
Lei staccò il pezzetto di cera e rimise la coppa al suo posto.
Poi mi fece ammirare parecchie figurine di terracotta.
Quando ritornammo sotto il portico, vi trovammo la signora Mercado seduta, intenta a darsi lo smalto alle unghie. Lei allontanava la mano di tanto in tanto per ammirare l'effetto. Dissi, fra me e me, che qualcosa di più orribile di quel colore rosso arancione non si sarebbe potuto immaginare.
La signora Leidner aveva portato con sé dalla stanza delle antichità un delicatissimo vaso rotto in parecchi pezzi, e cominciò a riunirli. Rimasi a guardare per qualche minuto, poi chiesi se potessi aiutarla.
«Oh, sì! Ce ne sono moltissimi!»
Andò a rifornirsi di recipienti rotti, e ci mettemmo al lavoro. Compresi ben presto il sistema, e lei mi elogiò per la mia abilità. Credo che in genere le infermiere abbiano le dita agili.
«Come lavorano tutti!» disse la signora Mercado. «Mi sento terribilmente oziosa! E lo sono, in realtà!»
«Perché non dovreste esserlo, se così vi piace?» disse la signora Leidner, con tono assolutamente privo d'interesse.