«Non ho fatto attenzione... Ho guardato solo per vedere se ci fosse qualche nascondiglio possibile o se l'assassino avesse lasciato qualche oggetto dietro di sé!»
«Sì, è proprio sangue» disse il dottor Reilly alzandosi. «La cosa ha importanza?»
«Non posso dirlo» rispose Poirot aggrottando le sopracciglia. «Può anche non significare nulla. Forse l'assassino avrà toccato la sua vittima, insanguinandosi leggermente le mani e sarà venuto qui a lavarsele. Può darsi che sia così... una pura e semplice ipotesi.»
«Pochissimo sangue ci dev'essere stato» disse il dottor Reilly. «Solo un pochino intorno alla ferita, ma nessuno spruzzo, nessuna emorragia. Certo se l'assassino ha toccato la ferita...»
Il quadro che quelle parole evocavano mi diede un brivido. Qualcuno, forse quel fotografo dalla faccia di porcellino, ma con un'espressione completamente diversa dalla solita, un'espressione perfida e feroce chino su quella bella donna, dopo averla colpita...
Il dottor Reilly notò il mio brivido. «Che c'è signorina Leatheran?»
«Oh, niente.»
Poirot si girò a guardarmi.
«Lo so io che cosa vi occorre» disse. «Quando avremo finito qui, voi verrete ad Hassanié col dottor Reilly e con me. Voi offrirete una tazza di tè alla nostra infermiera, non è vero dottore?»
«Felicissimo.»
«Oh, no, dottore!» protestai. «Non voglio assolutamente.»
Il signor Poirot mi diede un'amichevole pacca sulla spalla.
«Voi, ma SœUr, farete quel che vi diremo. E poi ci sarete più utile, così.
Dobbiamo discutere molte cose; il che non possiamo fare liberamente qui. Il buon professor Leidner adorava sua moglie ed è sicuro, oh sicurissimo, che tutti gli altri condividessero il suo sentimento. Ma, secondo me, non sarebbe consono alla natura umana... No, noi dobbiamo discutere della signora Leidner... senza guanti. Dunque è deciso: quando avremo finito qui, voi ci accompagnerete ad Hassanié.»
«Credo» dissi «che dovrei andarmene in ogni modo. E piuttosto imbarazzante la mia situazione qui.»
«Aspettate un paio di giorni» disse il dottor Reilly. «Non potete andarvene prima dei funerali.»
«Tutto questo va bene» dissi. «Ma... se assassinassero anche me, dottore?»
Dissi così più per fare una battuta che per altro, e certo il dottore mi avrebbe risposto sullo stesso tono, ma con mio stupore il signor Poirot si fermò di botto sulla soglia e si portò le mani alla testa.
«Ah, questa possibilità...» mormorò. «E un pericolo... sì... un gran pericolo... ma come premunirsi contro di esso?»
«Ma io dicevo per scherzo, signor Poirot!» esclamai. «Chi, mi domando, chi mai può voler assassinare proprio me?»
«Voi... o un altro» disse Poirot in un modo decisamente impressionante.
«Ma perché?» insistetti.
Lui mi guardò fisso.
«Io scherzo» disse «e rido. Ma certe cose non sono uno scherzo. Ho imparato molte cose, nella mia professione, e una di queste, la più terribile di tutte, eccola:
«II delitto è un 'abitudine.»